XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO, ANNO A



“Davanti alla loro ira, siate miti;
di fronte alla loro boria, siate umili”

sant’Ignazio d’Antiochia


Guardate, frati, L’umiltà di Dio,
e aprite davanti a lui i vostri cuori;
umiliatevi anche voi, perché egli vi esalti.
Nulla, dunque, di voi, tenete per voi;
affinché vi accolga tutti colui che a voi si da tutto

San Francesco





Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-30. 

In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».



IL COMMENTO

Una voce. Una chiamata. E la promessa del riposo. E’ il Signore che oggi si rivolge a ciascuno di noi, scruta le nostre vite, conosce le nostre sofferenze, ogni nostra schiavitù. Il carico pesante delle opere morte che intristiscono il nostro cammino.Le parole del Vangelo di questa domenica sgorgano dal Mistero Pasquale del Signore. Lui è sceso sino a noi prede di un aguzzino che non ci lascia respirare: il demonio, il “cravattaro” delle nostre anime.


La liturgia di questa domenica ci illumina sulla radice della nostra sofferenza. Spendiamo la vita per ciò che non sazia, siamo debitori senza possibilità d’estingure il debito. La carne ci assedia, rende impotente lo Spirito. Ne assecondiamo i desideri, quelli che fanno guerra a Dio, che ci separano dal Signore. Chi di noi, oggi, non sta pagando un debito alla carne? Chi non è schiavo di un compromesso affettivo, chi non sta inseguendo la chimera del prestigio, la sirena del sesso, i luccichii del denaro? Chi di noi, oggi, non si sente squassato da qualche fatto della vita, oppresso da qualche fardello del passato che condiziona il presente dipingendo di nero il futuro? Chi di noi, oggi, dinanzi alla vita, al suo senso profondo, alle sue infinite possibilità così spesso frustrate, chi di noi dinanzi a se stesso, al passato, al presente, al futuro, alla storia, al lavoro, alla famiglia, alla salute, al denaro, agli affetti, chi di noi non si sente piccolo? Chi, prendendo oggi seriamente in mano la propria vita, non si sente inadeguato?


Un “pitocco”, come dice la parola greca originale del Vangelo. Un nullatenente. Precario, si come quelli che oggi sono la maggioranza tra i lavoratori. Debole, umiliato. Ebbene proprio a chi, oggi, si trova nel deserto, il Signore rivolge la Sua Parola di Vita. La Sua voce scende al più intimo delle nostre angosce, e ci chiama. La Sua Croce, il Suo giogo dinanzi ai nostri occhi e al nostro cuore.


Giù le maschere, l’ipocrisia, la presunzione. Dio ha scelto quello che nel mondo non vale, quello che è disprezzato, ignobile. Inutile. Ha scelto noi. Ha scelto il nostro niente per donarci il Suo tutto. Gli eventi della nostra vita ci hanno condotti al punto di partenza, in un cammino di salvezza sino alle acque del battesimo. Disarmati. Al punto di partenza, al cuore denudato.
Lì dove il demonio ha deposto la sua menzogna e ci fatti schiavi e debitori verso la carne e i suoi desideri. Lì dove siamo oggi scende Cristo. Il Suo corpo, il Suo sangue, la Sua Parola. Lui. E ci attira a sè, nella Sua intimità, e, con Lui, ci conduce nell’intimità con il Padre. Ospiti della Trinità, figli nel Figlio, le nostre labbra e il nostro cuore dischiusi alla parola capace di cambiare la vita: Abbà. Papà.


La Vita al posto della morte. La Verità al posto della menzogna. Oggi con il Signore siamo accolti nelle viscere di misericordia del Padre. Ai piccoli è rivelato il mistero d’amore di Dio. Il Suo Spirito, il soffio mite e umile, il cuore di cristo. Imparare da Lui, seguirne le orme, strappati dale mani dell’aguzzino, liberi di far morire, giorno dopo giorno, i rigurgiti del nemico. Il Suo giogo, la Croce che crocifigge il nostro uomo vecchio, ogni fatto della nostra vita che ci umilia, ci fa piccoli per accogliere il Signore. Il Suo giogo, la Croce di ogni giorno che ci fa uno con Lui. Il Suo amore che fa dolce e leggera la vita, anche la più difficile.


Il mistero rivelato nel Getsemani, l’intimità d’un amore infinito, la soffrenza reale e concreta della carne crocifissa. Ogni chiodo che oggi ci crocifigge ci fa più intimi a Dio. Siamo Suoi, oggi, sulla Croce che ci accompagna, che ci schiude le porte del cielo. Che ci fa liberi. Che ci introduce, oggi, nel riposo, la terra promessa dell’amore di Dio.



Commento al Vangelo della XIV Domenica del Tempo Ordinario (A)

Ratzinger - Benedetto XVI. Umiltà

Il Cuore di Cristo

Ignace De la Potterie Il mistero del cuore trafitto. La teologia del cuore di Cristo

P. R. Cantalamessa. Beati i miti perché possiederanno la terra

C. Caffarra: Venite a me voi tutti affaticati e oppressi

Don Divo Barsotti. San Francesco e l'umiltà di Cristo

Imitazione di Cristo. L’UMILE COSCIENZA DI SE’

Beato Guerrico d’Igny. Riconoscere Cristo nella sua umiltà e scendere dietro di lui

Santa Geltrude di Elfta. « Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi »

Romano Guardini. San Benedetto e l'umiltà di Dio

S. Josemaria Escrivà. Il trionfo di Cristo nell'umiltà


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