Sant'Ireneo. IL DONO DELLO SPIRITO SANTO

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Sant'Ireneo di Lione (seconda metà del II secolo), originario dell'Asia Minore, è il primo grande teologo dell'età patristica. Il suo pensiero, d'ispirazione profondamente biblica, è nello stesso tempo semplice, vigoroso e profondo. Opposto al dualismo gnostico, tale pensiero si sintetizza in una visione d'unità: la ricapitolazione universale nel Cristo.
Nel brano che presentiamo, sant'Ireneo descrive con efficacia l'azione dello Spirito Santo, che ci «adatta» a Dio.

Gli apostoli hanno attestato che lo Spirito di Dio scese su Cristo, come una colomba. E' lo Spirito di cui Isaia ha parlato in questi termini: Sopra di lui riposerà lo Spirito di Dio (Is. 11, 2); e ancora: Lo Spirito del Signore è su di me, perché egli mi ha unto (Is. 61, 1). E' lo Spirito di cui il Signore ha detto: Non siete infatti voi che parlate, ma lo Spirito del Padre vostro che parla in voi (Mt. 10,20). E così anche, dando ai suoi discepoli il potere di far rinascere gli uomini in Dio, diceva loro: Andate e insegnate a tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (Mt. 28, 19). E' infatti questo lo Spirito che per mezzo dei profeti aveva promesso di effondere negli ultimi tempi perfino sui servi e sulle schiave, per dar loro il dono della profezia (cfr. Gioe. 2,28-29). Ecco perché lo stesso Spirito è sceso anche sul Figlio di Dio, diventato Figlio dell'uomo: si abituava con lui ad abitare nel genere umano, a «riposare» tra gli uomini, a vivere nell'opera plasmata da Dio; realizzava in essi la volontà del Padre, li rinnovava facendoli passare dalla loro antica condizione di peccato alla novità di Cristo.
E' questo lo Spirito 'che Davide aveva ,chiesto per il genere umano, dicendo:
Rendimi forte col tuo Spirito che tutto guida (Sal. 50,14). Luca ci dice ancora che, dopo l'Ascensione del Signore, esso scese sui discepoli a Pentecoste: lo Spirito infatti ha potere su tutte le nazioni per introdurle nella vita e aprire loro il testamento nuovo. Per questo, nell'armonia di tutte le lingue, essi cantavano a Dio un inno, mentre lo Spirito riconduceva all'unità le tribù separate e offriva al Padre le primizie di tutte le nazioni.
Questa è dunque la ragione per cui anche il Signore ha promesso di inviare il Paraclito: per «adattarci» a Dio. Infatti, come senz'acqua la farina non può diventare una sola pasta, un solo pane, così noi, che eravamo una moltitudine, non potevamo diventare uno nel Cristo Gesù senza l'Acqua che viene dal cielo. E come la terra arida, se non riceve acqua, non può fruttificare, così noi, che prima eravamo soltanto legno secco (cfr. Lc. 23,31), non avremmo mai portato frutti di vita senza la pioggia che ci è stata data liberamente dall'alto (cfr. Sal. 67,10). L'unità che li rende incorruttibili, i nostri corpi infatti l'hanno ricevuta col bagno del Battesimo, mentre alle nostre anime è stata data in virtù dello Spirito. Per questo sono necessari l'uno e l'altra, per,ché l'uno e l'altra ci danno la vita di Dio.
Nostro Signore ha avuto compassione della Samaritana peccatrice, che non era rimasta unita a un solo uomo ma aveva peccato moltiplicando i mariti; le ha mostrato, le ha promesso un'acqua viva, perché ella non abbia più sete e non si preoccupi più di attingere faticosamente la sua acqua. Ormai, la donna avrà in sé un'acqua zampillante per la vita eterna (cfr. Gv. 4,14): il dono che il Signore ha ricevuto dal Padre e che ha dato a sua volta a quelli che partecipano di lui, inviando lo Spirito Santo su tutta la terra.

* Adversus haereses, III, 17, 1-2 - Sources chrétiennes», 34, Le Cerf, Parigi 1952 - pp. 302-306.

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