S. A. Panimolle. Lettura pastorale del vangelo di Giovanni. Cap. 4

Il complesso narrativo e dialogico di Gv 4, 1-42, una delle pagine evangeliche più ispirate e profonde, descrive il soggiorno di Gesù in Samaria. Dopoil primo ministero in Giudea in occasione della pasqua (Gv 2, 13ss) , Gesù decide di tornare in Galilea. La via più breve per questo percorso attraversa laSamaria (cf. Giuseppe Flavio, Ant. 20, 118; Bel. 2, 232; Vit. 269); perciò Gesù di passaggio si reca in questa regione della Palestina. Nel quarto vangelo sono descritti altri viaggi di Gesù dalla Galilea in Giudeao viceversa (cf. Gv 2, 12s; 5, 1; 7,9s; ecc.), però solo in Gv 4 si parla del suopassaggio per la Samaria; eppure il tragitto per questa contrada è sempre il piùbreve, per chi deve recarsi dalla Galilea a Gerusalemme o dalla città santa devescendere nella regione galilaica. Questa constatazione sembra un chiaro indizio che l'intenzione del quarto evangelista nel capitolo IV della sua opera è piùteologica che storica. Giovanni in questa pericope vuol descrivere il ministero di Gesù in terrasamaritana con un intento parzialmente polemico contro i giudei. In Gv 2, 13ss infatti questo agiografo ha mostrato l'incredulità dei gerosolimitani nei confrontidella rivelazione di Gesù. Costoro hanno riconosciuto in Gesù un semplice taumaturgo, la loro fede non è andata oltre. ]il popolo d'Israele, erede delle promesse e dell'ortodossia mosaica, in realtà ha incominciato a rifiutare il suo Messia, perché non crede alla sua testimonianza (Gv 3, 1 ls.32). Nella pericope altamente drammatica di Gv 4, 1-42 al contrario è descritta la fede autentica in Gesù, di una nazione che i giudei consideravano eretica, scismatica e .semipa-gana. Mentre gli israeliti ortodossi, pur avendo visto numerosi segni operati daGesù, non accettano la sua rivelazione, i disprezzati samaritani, che non hannoassistito neppure a un prodigio, credono che Gesù è il Messia, il rivelatore, anzi il Salvatore del mondo. La pericope di Gv 4, 1-42, dopo una breve introduzione sulla partenza diGesù dalla Giudea e sul suo viaggio in Samaria (vv..1-6) , riporta il dialogo tra il Messia rivelatore e la samaritana (vv. 7-26), cui segue il dialogo di Gesù coni discepoli sul suo cibo e sulla messe abbondante (vv. 27-38) e termina con ladescrizione della fede dei samaritani in Gesù, Salvatore del mondo (vv. 39-42).


L'ACCOGLIENZA DEI SAMARITANI 4,1-42

Questo capitolo contiene uno dei brani giovannei più ispirati, anche dalpunto di vista letterario. In esso l'arte drammatica raggiunge uno dei suoi vertici. In Gv 411-42 abbiamo una pagina poetica di alto livello: « tutta una poesia vicanta: la poesia delle fonti, dei pozzi, delle acque fresche, cara all'oriente e agli scritti biblici ».

Analisi letteraria

All'inizio dell'esame di carattere letterario di Gv 4, 1-42, premettiamo, come di consueto, alcune osservazioni sulle principali varianti testuali di questaestesa pericope.

Le principali varianti testuali

Il testo di Gv 4, 1-42 è ben conservato: le lezioni varianti più significative si trovano nei vv. 1. 9. 20. 24. 34s. 37s. 42.

a) "Gesù" o "il Signore"?'

La frase iniziale di Gv 4, 1 contiene una lezione variante di difficile soluzione, anche se essa non muta profondamente il senso del passo. La grande massa dei codici infatti contiene la lezione « il Signore », alcuni onciali autorevolituttavia, quali il S e il D, oltre ad antiche versioni, hanno la lezione « Gesù ».La variante « il Signore » presenta la pericope sotto la luce della risurrezioneed è la lezione più facile, perché evita la durezza del testo primitivo che ripetetre volte il termine "Gesù" in un passo molto breve (Gv 4, ls).

b) L'omissione dell'ultima frase di Gv 4,9

I codici uniciali S (prima manus) e D, oltre ad alcuni manoscritti dellaVetus Latina, omettono l'osservazione di Gv 4,9: "I giudei infatti non hannorapporti con i samaritani". In realtà il verbo "synchràsthai" è un hapax legomenon neotestamentario, anzi questo termine non s'incontra neppure nei LXX. Quindi la frase in esame sembra un'autentica aggiunta redazionale.'

c) Le varianti del v. 20

L'unciale S omette la locuzione « il luogo », che la vecchia versione siriaca sostituisce con "la casa". D. Mollat accetta la lezione del codice S, perché conserverebbe la frase nella sua rudezza primitiva.

d) L'omissione del pronome 'autón al v. 24

La grande massa dei codici riporta la frase « coloro che lo adorano »; solo il S, il codice di Beza (prima manus) e qualche altro manoscritto minore omettono il pronome lo ("autón"). La lezione corta rende meglio il perfetto parallelismo sinonimico dei due membri del v. 24; in caso contrario il secondo membro sarebbe senza corrispondente oggetto diretto.

d) "Parola" o "testimonianza"? "

Al v. 42 il testo occidentale e il S (prima manus) anziché avere il termine "lallan", riportano il sostantivo "martyrfan" testimonianza. Questa variante però sembra secondaria a motivo della concordanza con il v. 39, dove si afferma chela donna "rendeva testimonianza".

e) L'aggiunta "il Cristo" (v. 42)

I numerosi codici della famiglia K, oltre all'unciale D ed altri manoscritti minori, terminano la pericope con l'aggiunta "il Cristo". Quindi la professione di fede dei samaritani sarebbe in Gesù, Salvatore del mondo e Messia. Questaaggiunta però è certamente secondaria e si richiama a Gv 4,29.

Traduzione del testo

Quando Gesù conobbe che i farisei avevano udito che Gesù faceva più discepoli e battezzava più di Giovann - anche se non era Gesù a battezzare, ma i suoi discepoli - lasciò la Giudea e si diresse di nuovoo verso la Galilea; doveva però attraversare la Samaria. Arriva dunque in una città della Samaria, chiamata Sichar vicino al podere, che Giacobbe aveva dato al figlio Giuseppe, colà v'era la fonte di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedevaa così presso la fonte; era circa l'ora sesta. Una donna samaritana viene ad attingere acqua. Gesù le dice: "Dammi da bere!". I suoi discepoli infatti erano andati in città per comprare i viveri. Gli dice la donna samaritana: "Come! Tu sei giudeo e chiedi da bere a me che sono una donna samaritana?". In realtà i giudei non hanno rapporti con i samaritani. Le rispose Gesù dicendo: "Se tu conoscessi il dono di Di ( e chi è che ti dice: Dammi da bere! A tu lo avresti .pregato e ti avrebbe dato l'acqua viva!". Gli dice la. donna: "Signore, non hai un recipiente e il pozzo è profondo; donde hai dunque l'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe,che ci ha dato il pozzo e bevve da esso egli e i suoi figli é il suo bestiame?".Le rispose Gesti dicendo: "Chi beve quest'acqua, avrà ancora sete.Ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà sete in eterno,anzi l'acqua che gli darò, diventerà in lui fonte d'acqua,zampillante per la vita eterna!".Gli dice la donna: "Signore, dammi quest'acqua,affinché non abbia sete né venga qui ad attingere!". Le dice: 'Va' a chiamare tuo marito e vieni qui!". Gli rispose la donna, dicendo: "Non ho marito!". Le dice Gesù: "Hai detto bene: Non ho marito! In realtà hai avuto cinque maritie quello che ora hai, non è tuo marito! In ciò hai detto il vero! ".Gli dice la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato in questo monte, mentre voi dite che è in Gerusalemme il luogodove 'si dive adorare". Le dice Gesù: "Credimi, donna, viene l'ora,quando né in questo monte né in Gerusalemme adorerete il Padre.Voi adorate ciò che non sapete,noi adoriamo ciò che sappiamo, perché la salvezza è dai giudei! Ma viene l'ora ed è adesso, quando i veritieri adoratoriadoreranno il Padre in Spirito e verità; il Padre infatti cerca che tali siano i suoi adoratori. Dio è Spirito e i suoi adoratori devono adorarlo in Spirito e verità".Gli dice la donna: "So che viene il Messia, chiamato Cristo; quando verrà quegli, ci annunzierà ogni cosa!". Le dice Gesù: "lo sono, colui che ti parlo!". Nel mentre giunsero i suoi discepoli e si meravigliavanoche .parlasse con una donna; tuttavia nessuno disse :"Che cerchi? o di che parli con lei?".La donna dunque lasciò la sua idria e se ne andò in città; e dice alla gente: '.'Venite a vedere un uomo,che mi ha detto tutto ciò che ho fatto; sia egli forse il Cristo?'.Uscirono dunque dalla cittàe andavano verso di lui.Nel frattempo i discepoli lo pregavano, dicendo:"Rabbì, mangia!". Il Signore disse loro: io no da mangiare un cibo che voi non conoscete!" Si dicevano dunque i discepoli l'un l'altro: "Qualcuno gli abbia forse portato -da mangiare?". Dice loro Gesù:"Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera! Non dite voi: Ancora quattro mesi e viene la mietitura? Ecco vi dico: Sollevate i vostri occhi e contemplate i campi, che sono biondi per la mietitura. Il mietitore riceve già la mercedee raccoglie il frutto ,per la vita eterna; affinché si rallegri insieme il seminatore e` il mietitore. In ciò infatti è veritiero il detto: uno è il seminatore e un altro il mietitore! Io vi ho inviati a mietere quello per cui non avete faticato. Altri hanno faticato e voi siete entrati nella loro fatica". Molti samaritani di quella città credettero in lui .a motivo della parola della donna che rendeva testimonianza: "Mi ha detto tutto ciò- che ho fatto!'. Quando dunque i samaritani vennero da lui, lo pregavano di rimanere presso di loroed egli rimase colà due giorni..E molto più numerosi credettero a motivo della sua parola. E dicevano alla donna: "Non crediamo più a motivo della tua parola, enoi stessi infatti abbiamo ascoltato e sappiamo che questi è veramente il Salvatore del mondo! ".

I Parallelisimi.

Nel complesso narrativo, che descrive il sog-giorno di Gesù in Samaria, esistono vari parallelismi tra passi lontani. Il quarto evangelista, facendo presentare da Gesù l'acqua viva che darà come fonte per la vita eterna (Gv 4, 14), probabilmente si contrappone alla fontedi Sichar, data da Giacobbe al figlio Giuseppe (Gv 4, 6). Gv 4, 12 invece sembra posto in parallelismo sinonimico con Gv 4, 5; si confrontino le due locuzioni:

Vicino al podere,, che Giacobbe aveva dato AL FIGLIO GIUSEPPE (v. 5),

Nostro padre Giacobbe, che ci ha dato il pozzo (v. 12).


Le parole tematiche

Per quanto concerne la prima parte del dialogo con la samaritana, osserviamo che il verbo dare ricorre ben sette volte e in Gv 4 s'incontra solo nei vv. 5-15. A questo termine si aggiunga il sostantivo dono (dórea), che nel quarto vangelo ricorre solo in Gv 4, 10. In modo analogo il vocabolo bere in Gv 4 si trova solo nei vv. 7-16 e per sei volte. Parimenti il sostantivo acqua s'incontra solonei vv. 7-15 e per ben otto volte. Anche il verbo aver sete in Gv 4 ricorre trevolte e solo nei vv. 13-15. Dunque le parole tematiche di questa sezione sono rappresentate dall'acqua,il bere, l'aver sete, il donare. Questa constatazione indica quale è l'argomentoprincipale di Gv 4, 7-15: è il dono dell'acqua, che bisogna bere per dissetarsi. In Gv 4, 16-19 i termini più frequenti sono: il sostantivo marito che in Gv 4 ricorre solo in questo brano per cinque volte, e il verbo avere, che in Gv4, 1-42 -s'incontra unicamente nei vv. 17-18 per quattro volte e poi solo nel v. 11. La pericope di Gv 4, 20-26 ha altre parole tematiche molto caratteristicheed esclusive di questo brano. Il verbo adorare nei primi otto capitoli del quartovangelo s'incontra solo in Gv 4, 20-24 e per ben nove volte. In modo analogola tematica del luogo di culto nel quarto vangelo è trattata solo in questo brano finale del dialogo con la samaritana: questa donna ritiene che sia sul monte Garizim, i giudei nel tempio di Gerusalemme e Gesù promulga il nuovo luogo delculto escatologico: lo Spirito e la Verità. Nel passo iniziale di Gv 4,27-38 sono nominati per tre volte esplicitamentei discepoli (vv. 27.31.33). Il gruppo di vocaboli mangiare - cibo è uno dei piùimportanti nei vv. 31-34: il verbo mangiare ricorre tre volte (vv. 31.32.33) e ilsostantivo cibo s'incontra due volte (w..32.34). Nel brano finale di questa pericope (vv. 35-38) le parole tematiche sonocostituite dai termini mietitura - mietere, che ricorrono sei volte in questi versetti e poi non s'incontrano mai più nel quarto vangelo, dal verbo seminare che si trova due volte in questo brano (v. 36s), e dal gruppo di voci faticare - fatica, che compare tre volte nel. v. 38. Si osservi infine che anche i vocaboli fatica e seminare nel quarto vangelo ricorrono solo in questa pericope della permanenza di Gesù in Samaria. Gv 4, 39-42 ha "come parola tematica il verbo credere che ricorre tre volte (w. 39.41-42), mentre nei restanti brani del complesso narrativo sul soggiorno di Gesù in terra samaritana s'incontra solo al v. 21 nell'espressione « credimi, donna ».



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