IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C). Omelia del Card. C. Caffarra

IV DOMENICA PER ANNUM (C)
Giornata del Seminario
28 gennaio 2007


1. La pagina evangelica appena proclamata mette a nudo quanto sta accadendo in profondità nella storia degli uomini: l’adempimento della Scrittura e la risposta dell’uomo nei confronti di esso.

"Oggi si è adempiuta la Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". Miei cari fedeli, la Scrittura che noi ogni domenica ascoltiamo, non è la semplice narrazione di eventi passati. Non è neppure, la sua lettura e il suo ascolto, semplicemente il mezzo attraverso cui il Signore opera nell’intimo del cuore dell’ascoltatore.

Essa narra qualcosa che sta accadendo ora in mezzo a noi, nel mondo, nella storia umana: "oggi si è adempiuta la Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi". Dio sta realizzando il suo disegno di salvezza: rigenerare l’uomo in Cristo; riunire l’umanità disgregata in un solo corpo, il corpo di Cristo che è la Chiesa; ricostruire la creazione demolita dal peccato. È questa opera di Dio che la Scrittura narra; è questo l’avvenimento che sta accadendo.

È Gesù che può dire "oggi si è adempiuta", poiché è in Lui e mediante Lui che l’uomo è rigenerato e le rovine della creazione sono riedificate. Egli può dire "oggi si è adempiuta" poiché Lui è l’Oggi di Dio: un "oggi" che durerà senza tramonto fino alla fine del mondo, quando tutti gli eletti saranno riuniti.

Quando Gesù venne presentato al Tempio, come celebreremo venerdì prossimo, un vecchio profeta di nome Simeone disse di Lui: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori" [Lc 2,34-35]. Queste parole accompagnarono Gesù per tutta la vita ed accompagnano anche oggi la realizzazione dentro la storia umana della sua opera redentiva. Egli è definitivamente piantato dentro la vicenda umana come "segno di contraddizione". Sapientemente l’evangelista Luca pone questa realtà fin dall’inizio del suo racconto.

È bene che riflettiamo un momento sulla "reazione" di Dio quando vede rifiutata la sua proposta di salvezza, la proposta che è Gesù. Rifiutata, la proposta viene offerta continuamente ad ogni uomo e donna: "c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese, ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova di Zarepta di Sidone".

L’opera di Dio, l’atto redentivo di Cristo, attraverso vie note solo a Lui, continuerà a penetrare la storia dell’uomo, l’intelligenza ed il cuore di ogni persona. Molti cercheranno di negare questo evento di grazia, degradandolo e comparandolo con altre proposte religiose ["non è il figlio di Giuseppe?"]. Ma la misericordia di Dio, l’amore redentivo di Cristo è più forte di ogni rifiuto. Il cuore di Cristo aperto sulla Croce non si chiude più, ma il fiume di acqua viva trasforma i nostri deserti in giardini fioriti.

2. Miei cari fratelli, oggi celebriamo la giornata del Seminario. Nella prima lettura abbiamo ascoltato la chiamata, la vocazione del profeta Geremia ad essere "profeta delle nazioni". Quali profondi pensieri genera questa pagina e quanta luce getta sulla giornata del Seminario!

Come il profeta Elia, come il profeta Eliseo, di cui parla il Vangelo, anche il profeta Geremia è il testimone dell’opera di Dio. Sì, questo è lo "stile di Dio": introdurre l’uomo nella salvezza mediante altri uomini. L’assenza dei profeti è silenzio di Dio. Sembra essere questa la condizione verso cui sta camminando il nostro popolo. Vengono meno coloro che assicurano oggi l’adempimento della Scrittura; coloro che sono i "profeti delle nazioni": i sacerdoti di Cristo che assicurano la visibile vicinanza all’uomo del Mistero.

Noi siamo qui, questa sera, per invocare il Signore: non lasciarci senza profeti; non lasciare "il tuo popolo senza pastori". Il mondo può far senza di tutto, ma non dei sacerdoti poiché non può far senza Cristo, redentore dell’uomo.



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