San Girolamo. Dal "Commento al salmo 14"

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Mi è stato comunicato che alcuni fratelli discutono talvolta e si domandano come mai il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano tre insieme e anche uno. Se considerate il problema, vi accorgerete quanto la disquisizione sia pericolosa. Un vaso di creta sì mette a discutere sul suo Creatore, mentre non giunge neppure a scandagliare la propria natura. Da curioso cerca di cogliere il mistero della Trinità santissima, che neppure gli angeli in cielo possono scrutare. Che dicono infatti gli angeli? Chi è questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re dello gloria (Sal 23, 10). Anche Isaia scrive: "Chi è costui che viene da Edom, da Bozra con le vesti tinte di rosso?" (Is 63, 1). Vediamo dunque che gli angeli lodano la bellezza di Dio, ma nulla dicono sulla sua essenza. Perciò restiamo anche noi semplici e modesti.
Quando vuoi scrutare la natura divina, quando desideri sapere ciò che Dio sia, allora nota che tu nulla ne sai. Ma di ciò non devi turbarti, perché gli angeli stessi non ne sanno nulla, e nessuna altra creatura ne sa qualcosa.

Il pagano vede una pietra e la stima Dio; il filosofo considera il firmamento e crede di percepire in esso il suo Dio. Altri scorgono il sole, che sembra loro la divinità. Considera, perciò, quanto tu superi in saggezza questa gente, quando dici: Una pietra non può essere Dio; il sole, che segue il suo corso per comando di un altro, non può essere Dio. Nella confessione della tua ignoranza si nasconde una gran sapienza. E i pagani sono insipienti proprio perché stimano di sapere e invece la loro conoscenza è un errore.
Oltre a ciò, tu non tieni presente il tuo nome: tu vieni detto un credente, non un raziocinante. Se sono credente, vuol dire che credo ciò che non capisco. E proprio per questo sono sapiente, perché sono consapevole della mia ignoranza. Al giorno del giudizio non sarò condannato se dovrò dire: Non ho penetrato l'essenza del mio Creatore. Ma se sostengo un'affermazione temeraria, la presunzione avrà il suo castigo, mentre l'ignoranza otterrà misericordia.

Desidero anche citare la Scrittura, per appoggiarmi non tanto sul mio pensiero, ma piuttosto sull'autorità del nostro Signore e Salvatore. Che disse egli poco prima della sua ascensione, agli apostoli a cui parlava come maestro e signore? Nessuno potrà mai parlare della propria natura come lui che è Dio stesso. Per noi è sufficiente sapere della Trinità quanto il Signore si è degnato comunicarci. Che disse dunque agli apostoli? Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Odo tre nomi, eppure si parla di uno solo. Il Signore non dice: nei nomi, ma: nel nome. Eppure Gesù pronunzia tre nomi, Come può riassumerli in uno con le parole: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo? Il nome del Padre, del Figlio e dello Spirito è uno; ma è il nome che veramente spetta alla Trinità. Quando si dice: Nel nome di Dio Padre, nel nome di Dio Figlio e nel nome di Dio Spirito Santo, Padre, Figlio e Spirito Santo sono l'unico nome della divinità. E se mi domandi come mai tre possano venir chiamati con un nome solo, io non lo so e ammetto con schiettezza la mia ignoranza, perché Cristo non ci ha rivelato nulla su di ciò.

Fratelli, si parla tanto sulla Trinità. Però ai fedeli basti aver ascoltato poche parole su questo mistero. In convento impegniamoci piuttosto a trionfare sull'avversario; ricerchiamo come digiunare; come piangere sui nostri peccati. Preferiamo indagare come il pensiero ci imprigioni nelle spire del peccato, riflettiamo come reggere con pazienza di fronte ad ogni ingiuria e a non opporci al fratello che ci offende. Cerchiamo di vincerlo nell'umiltà che ci ha insegnato Cristo lui che soffrendo non minacciava vendetta (1 Pt 2, 23). Invece quando si affaccerà alla mente il quesito: Che cosa è Dio? E qual è la ragione della Trinità? ci basti credere che ciò è. Non indaghiamo temerariamente le ragioni, ma con timore e tremore preghiamo Dio senza sosta. Mostriamogli la nostra scienza, che consiste nell'elevargli giorno e notte lodi gioiose.

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