Nato nel 467 e morto nel 532, san Fulgenzio, vescovo di Ruspe (nell'Africa settentrionale), è il migliore teologo della sua epoca. Si ispira costantemente al pensiero agostiniano, come testimonia il bel sermone che stiamo per leggere. Sant'Agostino aveva detto: «Sì, certamente: io parlo il greco, il siriaco, l'ebraico. Sono nel cuore dell'unità di tutte le nazioni» (Serm. sul salmo 147, 19) e altrove: «Ogni lingua è la mia, poiché è parlata da questo corpo di cui io sono un membro» (Trattato su san Giovanni 32, 7).
Dio ha voluto che la presenza dello Spirito Santo fosse testimoniata da questo prodigio: chi lo aveva ricevuto parlava tutte le lingue... Fratelli carissimi, dobbiamo sapere che, grazie allo Spirito Santo, l'amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori (Rom. 5,5). E poiché l'amore doveva unificare la Chiesa di Dio in tutto il mondo, il dono di parlare tutte le lingue, che un tempo era dato anche a un solo uomo che avesse ricevuto lo Spirito Santo, ora è dato a tutta la Chiesa, una in se stessa, unificata dallo Spirito. Allora, se qualcuno 'Ci viene a dire: «Hai ricevuto 'lo Spirito Santo: perché non parli tutte le lingue?» dobbiamo rispondere: «Ma è appunto quel che sto facendo, dato che appartengo al corpo stesso di Cristo che è la Chiesa, e che par,la tutte le lingue». Che cosa dunque Dio ha voluto significare, con la presenza dello Spirito Santo, se non che la sua Chiesa avrebbe parlato tutte le lingue?
Si è compiuto così quello che il Signore aveva promesso: Nessuno mette... del vino nuovo in otri vecchi..., ma vino nuovo in otri nuovi così che l'uno e gli altri si conservino (Mì. 9, 17). Per questo, sentendo parlare tutte le lingue, alcuni dicevano: Costoro sono pieni di vino (Atti 2,13). Infatti essi erano ormai diventati degli otri nuovi, rinnovati dalla grazia santificante. Pieni del vino nuovo che è lo Spirito Santo parlavano con ardore tutte le lingue, per essere segno, mediante quel miracolo così evidente, della Chiesa, futura, che sarebbe stata cattolica per l'universalità dei popoli e delle lingue...
Fratelli, celebrate allora questa giorno, consapevoli di essere le membra dell'unico corpo di Cristo. E non lo celebrerete invano, se siete ciò che celebrate: strettamente congiunti con quella Chiesa che il Signore ha riempito di Spirito Santo e fatto crescere in tutto il mondo, riconoscendola come sua e facendosi riconoscere da lei; così lo sposo non si separa dalla propria sposa, e nessuno può sostituirgliela con un'altra. A voi infatti che, sparsi nelle diverse nazioni, siete la Chiesa di Cristo, a voi, membra di Cristo, a voi, corpo di Cristo, sposa di Cristo, l'apostolo dice: Sopportatevi a vicenda con amore, sforzandavi di conservare l'unità dello spirito nel vincolo della pace (Ef. 4,2-3). Notate: ha comandato di soppartarci a vicenda, e in questo ha fatto consistere la carità fraterna; ha parlato di speranza di unità, e in questa ha indicata il vincolo della pace. Questa è la casa di Dia, fabbricata con pietre vive, dove ama abitare questa incomparabile padre di famiglia, il cui sguardo non deve essere offeso dalla rovina della divisione.
* Sermo VIII, 2-3: PL 65, 743-744.
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