Il Corpus Domini è la prima festa che non ha per oggetto un evento della vita di Cristo, ma una verità di fede: la reale presenza di lui nell’Eucaristia. Nata in Belgio, all’inizio del sec. XIII, la festa fu estesa da Urbano IV a tutta la Chiesa nel 1264, pare anche per influsso del miracolo eucaristico di Bolsena, oggi venerato nel duomo di Orvieto.
La festa risponde a un bisogno: quello di proclamare solennemente tale fede; serve a scongiurare un pericolo: quello di abituarsi a tale presenza e non farci più caso, meritando così il rimprovero che Giovanni Battista rivolgeva ai suoi contemporanei: “In mezzo a voi c’è uno che voi non conoscete!”.
Questo spiega la straordinaria solennità e visibilità che questa festa ha acquistato nella Chiesa cattolica. Per molto tempo quella del Corpus Domini fu l’unica processione in uso in tutta la cristianità e anche la più solenne. Oggi le processioni hanno ceduto il passo ai cortei (in genere, di protesta); ma se è caduta la coreografia esterna, rimane intatto il senso profondo della festa e il motivo che l’ha ispirata: tenere desto lo stupore di fronte al più grande e più bello dei misteri della fede. La liturgia odierna riflette fedelmente questa caratteristica. Tutti i suoi testi (letture, antifone, canti, preghiere) sono pervasi da un senso di meraviglia. Sono frasi che terminano con il punto esclamativo.
Il vangelo di domani è il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia: “Prendete, mangiate, questo è il mio corpo…..Prendete, bevete….Fate questo in memoria di me”
Vorrei illustrare con un esempio quello che avviene quando la Chiesa, obbedendo a questo comando di Cristo, nella Messa “fa memoria” del sacrificio di Cristo. L’esempio dell’impiegato che ama il padrone della ditta…
La nostra firma: le gocce d’acqua e l’Amen.
Dicevo del senso di stupore che pervade i testi e i canti della festa di domani. Un esempio di ciò è il canto che state ascoltando nella celebre aria di C. Frank. Le parole tradotte dicono:
“Il pane degli angeli si fa pane degli uomini... O cosa meravigliosa: riceve il suo Signore, il povero, il servo, l’umile!”
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