ASCENSIONE E BETFAGE

Lunedì 30 di aprile 2001


Il sito dell'Ascensione non va visitato per se stesso ma insieme all'Eleona; ricorda infatti lo stesso evento, o meglio, la stessa serie di eventi: ascensione di Gesù e insegnamenti del Signore agli apostoli.

Il sito oggi visitabile ricorda, in particolare, l'Ascensione. Tuttavia nelle fonti antiche non è così. Eusebio di Cesarea, per esempio, afferma che nello stesso luogo Gesù rivelò ai suoi discepoli i misteri e ascese al cielo (ELS 605; TCG 100). Il pellegrino di Bordeaux (del 333) parla di due luoghi, uno dove c'è una basilica e un altro, detto monticulus, dove Gesù fu trasfigurato (ELS 607; TCG 100). Forse il pellegrino si è sbagliato oppure ha riferito una tradizione della Chiesa di Gerusalemme che in quel luogo faceva memoria della Trasfigurazione. I testi evangelici non sono chiari a riguardo. Parlano infatti di un luogo vicino a Betania (Luca 24,50) e riferiscono del ritorno dei discepoli dal monte degli Ulivi (Atti 1,12): sono termini generici che non precisano ulteriormente.

Tuttavia il monte iniziò a diventare un luogo importante per i cristiani. C'erano già memorie anticotestamentarie (2 Samuele 15,30; 1 Re 11,7; Ezechiele 11,23; Zaccaria 14,4) riguardanti la cima del monte; Eusebio (ELS 604), commentando Ezechiele, mostra il parallelismo fra le ruote del carro della gloria di Dio e i piedi del Signore.

Dal 1200 si parla di una pietra che testimonia una memoria antichissima, teologicamente molto importante. I documenti dell'antichità parlano di un luogo aperto, la cui terra custodiva le impronte del Signore. Questa terra rigettava la copertura in pietra (Paolino da Nola, ELS 610; Sulpicio Severo, ELS 611; Arculfo, ELS 621,3) e i custodi davano a tutti i pellegrini un po' di terra senza che le impronte sparissero (Arculfo, ELS 621,4; TCG 101).

Attualmente si entra in un recinto ottagonale, parzialmente antico. Dal 1600 è proprietà dei musulmani. Tuttavia i cristiani possono venire a pregare nella solennità dell'Ascensione durante il giorno e durante la notte come se il luogo fosse loro proprietà. Questo non è permesso in nessun altro luogo islamico. Sui muri ci sono chiodi e anelli per appendere drappi onde ripararsi dal sole. Guardando l'ottagono si possono notare alcune basi di colonna di epoca crociata. Inoltre l'ottagono è tagliato verso ovest da un muro; al di là c'è una proprietà armena, una greca e una latina. In quella latina padre V. Corbo, nel 1960, effettuò uno scavo e ritrovò resti di un'antica chiesa rotonda, come è descritta e disegnata da Arculfo (ELS, p. 400; TCG, 44).

Al centro dell'ottagono, in luogo dell'antica rotonda descritta da Arculfo, c'è una costruzione ottagonale con la medesima funzione: custodire il ricordo delle impronte di Gesù e della sua ascensione. Dell'attuale struttura sono originali i pilastri e gli archi. Il tamburo e la cupola furono aggiunti in un secondo momento; anche la riempitura fra i pilastri è successiva. La mancanza di cupola permetteva di vedere il cielo aperto, richiamando l'ascensione di Gesù. Bisogna notare i capitelli, finemente scolpiti: ci sono foglie di acanto realizzate con fantasia e grifoni (animali fantastici metà uccello e metà leone) tipici delle sculture medievali. Quasi addossati alla parete di ovest ci sono due altari e una mensola di pietra. Un altare e la mensola sono di proprietà degli armeni; l'altro altare (a forma di sigma chiuso) è dei greci ortodossi. I latini, invece, celebrano dentro l'edicola e piazzano un altare mobile.

All'interno non c'è molto, se non la pietra con il segno dell'impronta di Gesù.

Scendendo un poco si giunge davanti ad un cancello che apre su un corridoio. Alla fine si nota una costruzione crociata; entrando c'è una stanza precedente ai crociati con un sarcofago coperto da un drappo verde. Ogni fede religiosa dà un diverso significato.

Per i cristiani questa è la tomba di santa Pelagia, una meretrice di Antiochia che, convertita dal vescovo Nonno, venne a Gerusalemme e visse sino alla morte come monaco (sic!) sotto il falso nome di Pelagio. Dopo la sua morte si scoprì che era donna (ELS, p. 397, n. 1). Un'altra tradizione parla di Maria egiziaca, che visse quarant'anni del deserto al di là del Giordano dove morì e fu sepolta. Niccolò da Poggibonsi pone in questo luogo la sua memoria (ELS 645,3).

Per gli ebrei questo sarebbe il sepolcro della profetessa Hulda (2 Re 22,14; 2 Cronache 34,22). Tuttavia una tradizione ebraica pone la sua tomba in città.

Per i musulmani è la tomba di Rabia Al-Adaiuja, una mistica che è vissuta in Iraq. Tuttavia la sua tomba è a Bassora, in Iraq.

Si entra nella proprietà francescana a ridosso dell'Ascensione. Padre Corbo fece scavi e ritrovò un muro rotondo, simile a quello descritto da Arculfo. Si nota pure una sala crociata con un muro molto spesso e i segni di una mangiatoia. All'interno di una stanza addossata ad un'abitazione araba c'è un'abside. Alcuni interpretano il sito come una cappella; altri come un nartece a forcipe. Al di sotto della stanza c'è una tomba di persone molto ricche. Si notano anche capitelli, rocchi di colonne, segni forse dei portici che circondavano la chiesa.

Infine si scende a Betfage. Il luogo ricordato dai Vangeli (Matteo 21,1; Marco 11,1; Luca 19,29) non si conosce. Alla fine dell'800 un contadino scoprì una pietra con pitture di significato religioso (Gesù che entra a Gerusalemme, la resurrezione di Lazzaro, Marta e Maria). I pellegrini, in effetti, parlano di una pietra che era servita a Gesù per salire sull'asino (ELS 582,2). La Custodia acquistò il terreno e cercò di costruire una chiesa ma fu impedita dall'autorità turca. I frati allora costruirono una stanza per preservare la pietra con le pitture. Ad un esame più approfondito si trovarono resti di una chiesa crociata e allora si costruì l'attuale santuario sulle fondamenta di quella chiesa.

Osservando si nota il muro crociato (molto spesso) agli angoli della facciata. Sul muro crociato è stata appoggiata la nuova chiesa. All'interno, presso l'abside, si vedono pietre crociate e la grande roccia squadrata con le pitture. Purtroppo la scena che rappresenta l'ingresso di Gesù in Gerusalemme è sul lato adiacente al muro, cosicché è visibile solo attraverso uno specchio.

La pellegrina Egeria annota che la processione delle Palme partiva dall'Imbomon (cioè dall'Ascensione, ELS 609,1). Per avere notizie di una processione da questo luogo dobbiamo attendere il IX secolo: il monaco Epifanio dice che i cristiani usano scendere verso Gerusalemme con olivi e palme fra le mani (ELS 583; TCG, 103).

Gli antichi tuttavia non sapevano dov'era Betfage. Ai tempi delle crociate si costruì una chiesa in questo luogo. Dopo i crociati la tradizione si perse; si riprese solo nel 1600, allorché il padre Custode, a dorso di un somaro, accompagnato dai frati e dalla gente, si recava sino al monte Sion. Tuttavia i capi musulmani proibirono la processione, cosicché la tradizione riprese di fatto col mandato inglese.

Ci si pone una domanda: quale cammino ha percorso Gesù?

All'epoca di Egeria, il sabato precedente la domenica delle Palme, il patriarca officiava una celebrazione presso una chiesa in strata (ELS 575,2; TCG 103), nel luogo dove Maria, sorella di Lazzaro, andò incontro al Signore. Tuttavia questa memoria si pone al di là di Betania, sulla strada verso Gerico. Ma, secondo un'altra ipotesi interpretativa, Gesù sarebbe venuto da Gerico dalla strada romana. Quella strada, in effetti, saliva verso Betfage e poi ridiscendeva verso Betania. Questo dunque potrebbe essere, stando all'ipotesi, il luogo dove Gesù passò.

All'interno della chiesa si notano gli affreschi del 1100, restaurati nel 1950. La grossa pietra pare essere un altare a blocco con una nicchia per reliquie e tuttavia non è un altare. Ben visibili sono anche le pietre dell'abside crociata.

Nel giardino del convento ci sono tombe che vale la pena osservare. La prima, vicinissima all'abside della chiesa, è antica e non è in relazione con la chiesa. Nel giardino ci sono altre tombe. Una, in particolare, ha una chiusura a ruota (piccola e quindi bizantina): all'interno c'è un piccolo corridoio centrale e arcosoli polisemi (cioè con due o tre posti). Una di queste tombe ha importanti iscrizioni con simboli (croci, palme) e una scritta in siriaco che indica il nome della defunta, Nur. Un altro sepolcro ha tombe a kokim, come la maggior parte delle tombe dell'epoca di Cristo.




L'edicola costruita in epoca crociata sul posto dell'Ascensione.

Il minareto della moschea legata al recinto del santuario, oggi proprietà musulmana.

I pellegrini possono ancora oggi visitare il recinto con al centro il santuario ottagonale.


All'interno dell'ottagono, tra le lastre del pavimento si nota la roccia viva della montagna. Gesù "si staccò" dagli apostoli e "fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo" (Lc 24,51; At 1,9).

Capitello di epoca crociata dell'edicola ottagonale.

Il Santuario di Betfage conserva al suo interno una pietra dalla quale il Signore Gesù sarebbe salito in groppa all'asino il giorno del suo ingresso trionfale a Gerusalemme.

Gli affreschi della pietra ricordano gli eventi evangelici legati al luogo.
"Andate nel villaggio che vi sta di fronte: troverete un asina legata e con essa un puledro. Scioglieteli e conduceteli a me!"
(Mt 21,2).

Una tomba nei pressi del santuario di Betfage.

Veduta del villaggio di Betania (al-Azariyeh)

Pianta degli edifici del Santuario di Lazzaro a Betania.

I - Tombe antiche.
II - Prima Chiesa (IV sec.)
III - Seconda chiesa (V sec.)
IV - Terza, quarta chiesa e monastero (XII sec.)
V - Chiesa e costruzioni attuali.

1) Chiesa attuale.
2) Moschea del XVI sec.
3) Tomba di Lazzaro.
4) Tombe.

A - Ingresso all'attuale santuario.
B - Ingresso alla Tomba di Lazzaro


La scala di accesso alla tomba di Lazzaro vista dall'anticamera.


L'ingresso alla tomba di Lazzaro.
"Lazzaro vieni fuori!" (Gv 11,43)

La chiesa moderna, costruita dalla Custodia di Terra Santa su progetto dell'Arch. Barluzzi nel 1952-'53, copre i resti delle antiche basiliche adiacenti alla tomba di Lazzaro. Precedentemente alcune indagini archeologiche furono condotte da P. S. Saller.

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