Vittorio Messori. La sfida: la cronaca della passione e morte

Vittorio MESSORI
La sfida: la cronaca della passione e morte
tratto da: Vittorio MESSORI, Ipotesi su Gesù, Sei, Torino 1979, p. 225-226

Ha osservato Rawlinson che, in questi testi, "è costante uno schema di dottrina che si richiama ai nomi e ai fatti. Che ne dipende in modo assoluto. Che si annulla e che si vuota senza di loro".

Quando si tratta di seppellire il crocifisso, perché non parlare di un «sepolcro», senza altre indicazioni pericolose? Invece no. Luca precisa che questo sepolcro appartiene a Giuseppe, "membro del Consiglio", quindi uno degli uomini più in vista di Gerusalemme. Marco aggiunge che Giuseppe era un "membro distinto" di quel Consiglio, dunque notissimo tra i noti. Matteo precisa che oltre tutto era anche "ricco". Come non bastasse, Giovanni fa entrare in scena accanto a Giuseppe "Nicodemo", anch'egli dato come conosciutissimo in quanto leader dei farisei: quindi "un capo dei giudei" come scrive lo stesso evangelista.

Perché esporsi così alla possibilità di controllo, se non ammettendo che si faccia riferimento ad episodi che non temevano, anzi reclamavano, la verifica?

Gesù è caricato della croce, a un certo punto della strada i soldati requisiscono un passante perché l'aiuti a portarla. Quest'uomo che entra così d'improvviso nella storia cristiana non è un anonimo. Tutta la predicazione più antica, quella raccolta nei tre primi evangeli, ha anche qui uno slittamento improvviso nella cronaca. Uno slittamento ancora una volta incomprensibile se si sta cercando di spacciare per storia una leggenda.

Quel passante si chiama Simone di Cirene per ciascuno dei sinottici, Luca e Marco aggiungono che era noto a tutti come proprietario terriero.
Marco, perché non ci siano dubbi sulla identificazione, si premura di avvertire che questo Simone di Cirene "è il padre di Alessandro e di Rufo" (1).



1) Segnaliamo, al proposito, una sorprendente scoperta archeologica recente. Nel 1962 il prof. Jukenik, scavando nella valle del Cedron, presso Gerusalemme, metteva alla luce in un cimitero di notabili una tomba di famiglia dei tempi di Gesù. Le iscrizioni indicano lì la sepoltura, tra gli altri parenti, di una "Alessandra, figlia di Simone" e di un "Alessandro di Cirene". "Tutto il contesto di queste iscrizioni presenta un singolare riferimenti to a quel Simone di Cirene, padre di Alessandro e di Rufo, di cui parla il cap. 15 di Marco. E' difficile dire se ci troviamo di fronte a una semplice coincidenza" (Dan Barag).

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