Mons. C. Caffarra. Omelie nella Domenica delle Palme

DOMENICA delle PALME: Giornata Mondiale della Gioventù
Cattedrale 24 marzo 2002

1. "E la gente si chiedeva: chi è costui? E la folla rispondeva: questi è il profeta Gesù, da Nazareth di Galilea". Carissimi giovani, avete anche voi risposto alla domanda su Gesù: "chi è costui?". Non solo avete risposto nel vostro cuore, ma oggi avete voluto dire e come gridare la vostra risposta di fronte a tutta la nostra città. Siete diventati oggi in modo particolare testimoni di un avvenimento che accaduto duemila anni orsono, continua però ad essere presente in mezzo a noi. Quale avvenimento?

Di esso avete ora ascoltato due narrazioni: una molto sintetica, nella seconda lettura; l’altra molto particolareggiata, nella lettura del Vangelo.

Questo avvenimento ha la sua origine in Dio stesso. Di questa origine parla concisamente S. Paolo: "Cristo Gesù, pur essendo di natura divina … simile agli uomini". E’ l’avvenimento dell’Incarnazione: il Figlio che ha la stessa dignità divina del Padre, si fa uomo per ridonare all’uomo la pienezza della vita, la perfetta beatitudine.

Questa dimensione dell’Avvenimento si chiama Redenzione: "umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di Croce". Carissimi giovani, ogni uomo, ciascuno di voi è presente e coinvolto dentro a questo atto di obbedienza del Verbo incarnato, perché a causa di esso la vostra condizione è stata obiettivamente cambiata. A causa e in forza di quell’atto di obbedienza, voi potete vincere tutto ciò che in voi e fuori di voi insidia la vostra umanità per devastarne la verità, per deturparne la bellezza, per degradarne la dignità. Ciascuno di voi trova in quell’atto di obbedienza che ha portato Cristo alla morte la vera radice della libertà.

Ma l’Avvenimento che oggi state testimoniando davanti alla nostra città, non si esaurisce nello spogliamento e nella morte di Cristo. Il masso rotolato contro l’entrata del suo sepolcro non pone la parola fine. Il terzo giorno quel masso verrà fatto rotolare via dalla potenza divina e comincerà a "gridare" ciò che S. Paolo, sempre nella seconda lettura, ci dice: "Per questo Dio l’ha esaltato … a gloria di Dio Padre". Redenzione significa risurrezione.

L’atto di obbedienza di Cristo vi ha personalmente coinvolto, carissimi giovani, ha obiettivamente mutato la vostra condizione perché ha condotto Cristo alla Risurrezione, ed in Cristo ha spezzato per ed in ciascuno di voi la destinazione alla morte. L’ultima parola che Dio in Cristo vi dice è la Risurrezione di Gesù. Questa apre una prospettiva nuova nella storia dell’uomo, nell’esistenza umana sottomessa alla morte: il destino di ciascuno di voi è la vita nuova in Cristo.

Ecco l’Avvenimento nella sua intera realtà: Gesù Cristo, Figlio di Dio fattosi uomo, morto e risorto per la nostra redenzione, principio di un’umanità rigenerata che in Lui forma la Chiesa. Questo Avvenimento voi oggi volete testimoniare di fronte alla nostra città: e Dio sa quanto essa ha bisogno di questa vostra testimonianza!

2. Ma perché la vostra testimonianza sia interamente vera, è necessario che voi entriate con tutta la vostra persona dentro all’Avvenimento che è Cristo, dentro al mistero della redenzione: che ve ne appropriate.

La Giornata della Gioventù significa proprio questo: incontrare Cristo nel quale Dio stesso è venuto incontro a voi. Incontrare Cristo che dice a ciascuno di voi: Seguitemi. Io sono la Via, la Verità e la Vita.

La Vita che scaturisce dalla morte e risurrezione di Cristo e viene a voi donata attraverso i Sacramenti, è la sola speranza di questa città.

Nel nome di Cristo, nel nome della Chiesa, facendomi voce di questa intera città bisognosa più che mai: accogliete in voi questa vita e siatene i testimoni sempre ed ovunque.



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