Accadde al Getsemani. Fare memoria del suo dolore

P. Constancio Cabezòn, ofm - Cardiologo - Madrid Terminata l'ultima cena, Gesù diede le ultime raccomandazioni ai suoi discepoli, e predisse loro ciò che stava per accadere in quella notte, in particolare il tradimento di uno di loro.
Poi discesero la scala che conduceva alla parte bassa della città, attraversarono il torrente Cedron, e si diressero all'altro lato, sul versante del Monte degli Ulivi, vicino al frantoio, Getsemani, dove era solito riposare ogni volta che veniva a Gerusalemme.

L'atmosfera era strana; non era come le altre volte. I discepoli sono tristi e temono il peggio. Sono preoccupati per le predizioni del Maestro. Hanno paura. Anche l'aspetto di Gesù era insolito; appariva pensieroso e abbattuto.
Una volta giunti lì, dopo aver raccomandato a tutti di pregare, il Maestro chiamò i soliti tre: Pietro, Giacomo e Giovanni, e si ritirò alla distanza di un tiro di sasso. Lì si mise a pregare. Qualche cosa di speciale gli stava accadendo, perché soffriva una terribile tristezza. Marco esprime questa tristezza con parole forti: "La mia anima è triste fino alla morte".
Non era una tristezza qualsiasi; era una tristezza mortale; si sentiva morire per una sofferenza puramente morale.
Era logico. Egli sapeva tutto quello che gli stava per accadere; per questo soffriva una tristezza mortale. Ma la sua conoscenza non era come la nostra. La sua conoscenza rendeva tutto attuale. Egli sapeva con tutta esattezza in quel momento quello che stava per accadere dopo. E anche se interiormente accetta, la sua natura si rifiuta, e reagisce in una maniera fisiologicamente anormale. Chi non ha visto una persona sudare per il terrore? E' una reazione fisiologica che può sempre verificarsi.
La natura umana di Gesù, conoscendo nel presente ciò che stava per accadere, reagì con un terrore e tristezza, per i quali gli sembrava di morire, accompagnati da un fenomeno, raro sì ma che può verificarsi in medicina, chiamato HEMATRIDOSIS, una sudorazione speciale accompagnata da sangue.
Luca, che era medico, riferisce questo fenomeno con realismo: "Entrato in agonia, sentendosi morire,il suo sudore si fece come grumi di sangue che cadevano per terra".
Abbiamo detto "grumi", non gocce di sangue, poiché il medico Luca adopera il termine TROMBOI, parola greca che nella nostra lingua significa, grumo, trombo. Da questa parola deriva quella che chiamiamo TROMBOSI, che è una malattia prodotta da un trombo o coagulo.
E' singolare che questa parola usata da Luca abbia messo in difficoltà tutti i traduttori del suo vangelo, fin dai primi tempi. Tanto è stato lo sconcerto prodotto da questa parola, che più di un autore è giunto a dire che questo testo era falso, aggiunto all'originale, e che pertanto era da escludere dal vangelo.
Altri non hanno osato tanto, ma nel tradurre hanno sempre utilizzato l'espressione: Gocce di Sangue. La stessa Bibbia di Gerusalemme, che non conta molti anni, ha tradotto "gocce dense di sangue". L'unico che è giunto a tradurre il termine per metà, è stato il P. Lagrange, il quale rende la parola TROMBOI con GLOBULI di sangue. Tutti portavano come ragione il fatto che è impossibile che i grumi passino attraverso i pori. E' strano che non abbiano tradotto una parola così chiara nel suo vero significato.
Secondo me, ciò è da addebitare ad una falsa spiegazione.
E veniamo al nocciolo della questione. Diciamo che di fronte ad un fenomeno psichico della portata di quello che si è verificato in Gesù, la natura ha avuto una reazione di paura; entrato in agonia, Gesù si sentiva morire di un dolore puramente morale e ancor più, con un fenomeno raro, ma possibile dal punto di vista medico, chiamato HEMATHIDROSIS, sudore di sangue.
Il fenomeno consiste in questo: di fronte ad un grande timore o terrore, le glandole sudorali, che abbiamo diffuse in tutto il corpo, si dilatano; e nello stesso tempo si verifica una grande vasodilatazione dei capillari sottocutanei che sono collegati alle ghiandole. Questa vasodilatazione dei capillari produce una secrezione maggiore delle ghiandole sudorali.
Le ghiandole sudorali, dilatate al massimo, comprimono i capillari, che si rompono. Il sangue dei capillari rotti, si mescola con il sudore e questo miscuglio sale alla superficie del corpo per mezzo dei pori. Questo miscuglio, una volta sopra la pelle, si scinde: da una parte il sudore che cade e dall'altra il sangue che, più denso, si mantiene fra le rugosità della pelle e la lanuggine, dove si coagula (il tempo di coagulazione va da due minuti e mezzo a cinque minuti e mezzo). I piccoli grumi, così formati sopra la pelle, cadono a terra sospinti dal nuovo e abbondante sudore che continua a sgorgare. E così di seguito.
S. Luca, allora, ha ragione di dire nel suo Vangelo: "E il suo sudore si fece come coaguli di sangue che cadevano fino a terra". Quanto tempo durò questo fenomeno? Il vangelo non lo dice chiaramente. Potremmo trarre qualche indicazione da ciò che Gesù dice agli apostoli: "Non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me?".
A proposito del fatto del sudore di sangue potremmo fare quattro considerazioni:
1. Per la grande quantità di sangue che ha versato (dato che il fenomeno si è prodotto su tutto il corpo), Gesù dovrebbe essere entrato in uno stato di CHOC HIPOVOLEMICO, data la perdita di tanto sangue in così poco tempo.
2. Il sudore intenso e la gran quantità di sangue emanata da tutto il corpo, produsse in Gesù una intensa sete. Sete ardente accompagnata da uno stato febbrile, che aumentava in proporzione delle perdite di sangue (Flagellazione, Coronazione di spine) e che accompagnò Gesù durante tutto il tempo della passione.
3. Per la medesima ragione e per le stesse cause esposte, da questo momento, Gesù provò una grande HIPOTENSION ARTERIALE, con la conseguente perdita, sempre maggiore, delle forze fisiche.
4. La grande dilatazione delle ghiandole sudorali, unita alla rottura di migliaia di capillari, lasciò la DERMIS e la HEPIDERMIS di Gesù tutta indolenzita. In altre parole, sotto la pelle esterna, tutto il corpo di Gesù restò come "Carne viva"; una situazione che era la meno adatta a sopportare i colpi che il suo corpo soffrì nella settimana di passione fino alla sua morte.
Pensiamo un poco a quello che dovettero essere la flagellazione, la coronazione di spine, il portare la croce sopra un corpo in tale stato. Questo fenomeno fisiologico con le sue conseguenze, è un fatto del quale non possiamo non tener conto fra tutti gli oltraggi che Gesù soffre durante la sua Passione.

Traduz. P. Libero Cruciani, ofm

1 commento:

Unknown ha detto...


Non avevo mai letto una spiegazione così scientifica e dettagliata sul sudore di Gesù.
A maggior ragione io mi chiedo come abbia fatto a resistere fino alla crocifissione e alle ore atroci di agonia prima di esalare l'ultimo respiro!
L'unica mia spiegazione(penso ovvia) sta nel fatto che, oltre a essere uomo, era ache divino, ma questo attributo non gli consentì di eludere la mostruosità delle pene inflitte con crudeltà bestiale.