J. Ratzinger. « Nel deserto rimase quaranta giorni »

Cardinale Joseph Ratzinger [Papa Benedetto XVI] Ritiro predicato al Vaticano 1983 « Nel deserto rimase quaranta giorni »

Andando nel deserto, Gesù si inserisce nella storia della salvezza del suo popolo, del popolo eletto. Quella storia inizia, dopo l’uscita dall’Egitto, con una migrazione di quarant’anni nel deserto. In mezzo a questi quarant’anni si trovano i giorni dell’incontro con Dio: i quaranta giorni che Mosè passò sul monte, nel digiuno assoluto, lontano dal suo popolo, nella solitudine della nube, sulla cima della montagna (Es 24,18). Dal cuore di questi giorni sgorga la fonte della Rivelazione. Ritroviamo questa durata di quaranta giorni nella vita di Elia: perseguitato dal re Acab, egli cammina quaranta giorni nel deserto, tornando all’origine dell’alleanza, alla voce di Dio, per una nuova tappa della storia della salvezza (1 Re 19,8).

Gesù entra nella storia. Rivive le tentazioni del suo popolo, le tentazioni di Mosè. Come Mosè, offriva il sacro scambio: essere cancellato dal libro della vita per salvare il suo popolo (Es 32,32). Gesù infatti sarà l’agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo; sarà il vero Mosè che è veramente “nel seno del Padre” (Gv 1,18) faccia a faccia con lui, per rivelarlo. Nei deserti del mondo, è veramente la fonte dell’acqua viva (Gv 7,38), colui che non si limita a parlare, ma è, in persona, la parola di vita: via, verità e vita (Gv 14,6). Dall’alto della croce, ci dà l’alleanza nuova. Vero Mosè, entra mediante la sua risurrezione nella terra promessa, il cui accesso è stato rifiutato a Mosè e, con la chiave della croce, ce ne apre la porta.

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