Le
lacrime non hanno forse lavato la prostituta da tutte le sue impurità,
non hanno forse permesso a mani impure
di toccare non solo i piedi ma anche il capo
del Signore?
Non hanno forse permesso all’apostolo che ha
rinnegato
non soltanto di non morire dopo la sua
colpa,
ma pure di ottenere la supremazia su tutti i
senatori della corte celeste?
Sì, esse purificano l’anima dalle macchie del
peccato
e riconfermano nella preghiera il cuore dubbioso.
Trasformano la tristezza in gioia
e, sgorgando dai nostri occhi di carne,
ci orientano alla speranza del cielo.
Le lacrime danno alla preghiera le ali,
ed essa vola d'un balzo fino al cuore di Dio.
San Giovanni Climaco
Dal Vangelo secondo Luca 7,
36 - 8, 3
In
quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella
casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di
quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di
profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli
di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di
profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se
costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo
tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti
qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due
debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi
di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà
di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più».
Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a
Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato
l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha
asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da
quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con
olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io
ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece
colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati
sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui
che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha
salvata; va’ in pace!».] In seguito egli se ne andava per città e villaggi,
predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i
Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da
infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni;
Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che
li servivano con i loro beni.
Il commento
Due persone sono di fronte a
Gesù: nell'incontro con Lui vengono svelati i loro cuori. Un uomo con un nome e un
titolo, Simone, eppure grigio e anonimo, fariseo attento alle apparenze; e una
donna, senza nome eppure conosciutissima, perché "una peccatrice di quella
città". Entrambi debitori, l'uno inconsapevole, l'altra profondamente
cosciente, entrambi senza nulla per rifondere il debito. Con loro, in questa
domenica, anche noi siamo di fronte a Gesù; Egli "ha qualcosa da
dire" a ciascuno, per far luce sul nostro intimo e annunciarci la Buona
Notizia. Le parole dirette a Simone ci scrutano e interrogano con amore, quelle
offerte alla donna ci consolano con misericordia.
Che cosa è l'amore? Esso
risplende nei gesti ancor prima che nelle parole. E' il frutto maturo che
spande il suo "profumo" da dove non ce lo aspetteremo,
dall'umiliazione del cuore contrito dei peccatori. L’amore è la pura gratitudine
per sentirsi accolti e perdonati. Di nessun altro Gesù ha mostrato l'amore come
esempio, se non quello di questa donna.
Innanzi tutto l’amore “sa”
dove si trova Gesù. Come la donna che aveva “saputo” che Gesù era lì. Per
amare, il cuore deve aver ascoltato l’annuncio che il Regno di Dio è vicino. Possiamo
immaginare il cammino della donna identico al nostro: sposa infedele dell'Unico
Sposo al quale era stata promessa sin dalla nascita, è attratta dal profumo di
Gesù diffuso dall’annuncio del Vangelo, è certa che nella casa di Simone si
sarebbe giocata l'ultima carta. I suoi amanti l'avevano lasciata sola, nessuno
che l'avesse accolta e riscattata. Ella doveva
andare da Gesù, lo imponeva la sua realtà, la attraeva irresistibilmente la sua
presenza, la "sua fede" nasceva dalla delusione di ogni altra speranza e di ogni altro amore.
L’amore sgorga dall’umiliazione,
si avvicina "da dietro", sa che non ha diritti; non cerca spazio, non
sgomita come spesso facciamo noi quando ci illudiamo di amare facendo e dicendo
cose che vorrebbero colpire l'altro per legarlo.
L’amore “piange”, perché è frutto della verità; questa
donna ama perché si conosce, immonda e indegna,
che il solo toccarla infetta e rende impuri. Ma un dolore acuto le
percuote il petto, un'angoscia mortale. Questa
donna ha toccato la morte, ora deve
toccare la vita. Gli occhi della sua anima guardano Gesù come nessun altro,
lo vedono adagiato a mensa e ne intuiscono il destino, il
sepolcro nel quale sarebbe stato adagiato, la sua stessa tomba. Come
la Maddalena, con l'audacia figlia del perdono, cercando con le lacrime Colui che,
solo, la può spalancare, mentre cresceva "la fede" che l'avrebbe "salvata" .
Le lacrime, solcando un viso, svelano sempre la debolezza
che l’orgoglio vorrebbe nascondere. Piangendo, la donna si spoglia per accogliere
Gesù nella sua intimità. Può farlo, perché dinanzi a lei vi è l'unico di cui
non c'è da aver paura, che non esige perché non giudica. Le sue lacrime toccano il cuore di Gesù e, scese sui suoi
piedi, li spingono ad entrare nel suo sepolcro per farne il loro talamo nuziale.
L’amore è dono senza
riserve, restituisce a Dio ciò che gli appartiene. Per questo la donna “asciuga
i piedi di Gesù con i capelli”, il segno della bellezza. Non a caso le suore di
clausura si tagliano i capelli, per abbandonare la vanità. La bellezza che la
donna aveva venduto ora è consegnata allo Sposo; è tornata a Lui, la "sua fede" è ormai adulta e le "sono
perdonati i peccati"; la sua libertà si fa amore e dono, "va in pace” con
Gesù e “non pecca più", perché l’antidoto al peccato è l'amore che vince
il timore della morte. Ora può “seguirlo” e “servire con i suoi beni”, come le
donne “guarite
da spiriti cattivi e da infermità” che chiudono il brano.
L'amore autentico, infatti, osa almeno quanto osa il peccato; non è mai mediocre, non si limita alle buone maniere, rompe gli argini, come ha fatto Cristo, amando oltre ogni limite, con tutto se stesso. L'amore autentico appare un centimetro più in là di quello che si deve fare per avere una ricompensa; quando ci si getta nel mare aperto della gratuità; appare disteso ai piedi di Gesù e non nel cortese invito a cena interessato e curioso di Simone.
Lui obbedisce alle regole non scritte del religiosamente
corretto, e, dalla dura corteccia del proprio orgoglio, è sempre pronto a
indignarsi e a "dire tra sé" che "gli immorali sono sempre gli altri", in "un certo
clericalismo di ritorno intento solo a «regolarizzare» le vite delle persone, pronto
a condannare, invece che ad accogliere" (Papa Francesco). Giudica appoggiandosi sulla propria presunta conoscenza
delle Scritture. Simone, tu ed io,
tanto superbo da non comprendere Gesù e di essere, come la peccatrice, debitore di cinquecento
denari, un’infinità. Ma il Signore non ci
lascia nella cecità e ci invita a "vedere questa donna" che è entrata
con Lui a casa nostra, immagine
della Chiesa che attualizza nella storia ciò che ha fatto Gesù, quando,
inginocchiato, ha lavato i piedi degli apostoli: “sapete che cosa ho fatto?” Vi ho amato "sino alla fine".
Fattosi peccato, "ha molto amato" piangendo le nostre infedeltà, pagando per noi
il debito che non eravamo in grado di saldare. Guardando la Chiesa e
accogliendo il suo annuncio possiamo imparare ad "amare molto" sperimentando,
come la donna, l’amore infinito di Cristo che tutto e sempre "perdona".
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