Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita. don Romeo Maggioni

Oggi il vangelo si apre con lo scandalo di chi vede Gesù "contaminarsi" coi peccatori, cioè di chi giudica Iddio troppo buono, tollerante, misericordioso, che lascia correre troppo il male nel mondo, che lascia crescere assieme al buon grano la zizzania. "Si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. E i farisei e gli scribi mormoravano: Costui riceve i peccatori e mangia con loro". Non sarà questa troppa bontà - pensano i farisei di sempre - la causa del dilagare del male nel mondo? Perché non c'è più ordine, più severità, più divisione netta tra buon grano e zizzania?
La risposta di Gesù è completamente inattesa, e con questo capitolo 15, chiamato il "vangelo del vangelo", Luca ci dice: la gioia di Dio sta nel trovare di perdonare un cuore sincero. Mai come qui ci si rivela le profondità del cuore di Dio Padre.

1) DIO ACCOGLIE TUTTI COME UN PADRE

Anzitutto Dio è un instancabile cercatore di ogni uomo, come "quel pastore che ha cento pecore e ne perde una: subito lascia le 99 nel deserto e va dietro a quella perduta finché non la ritrovi". O come la donna che "ha 10 monete e ne perde una: accende la lucerna, spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova". Non uno dei peccatori gli è indifferente. Non si accontenta e compiace dei giusti: si preoccupa di chi manca, perché gli appartiene, perché ci tiene! "Io non sono venuto a chiamare i giusti ma i peccatori" (Mt 9,13). "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, affinché ciascuno che crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16). Dice sant'Agostino che Dio ama ciascuno come se fosse l'unico. Nessuno deve sentirsi mai abbandonato da Dio, mai perduto: è Lui che prende l'iniziativa di cercarci e di seminare il nostro cammino di stimoli per il nostro ritorno."Dio non vuole la morte del peccatore ma che si converta e viva!" (Ez 18,32).

E ritrovata la pecora smarrita, la moneta persa o il figlio che era morto...si fa festa! Anzi: "Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per 99 giusti che non hanno bisogno di conversione". Quando si vede ritornare il figlio...il padre non capisce più niente dalla gioia: "Presto, portate qui il vestito più bello, mettetegli l'anello al dito, i calzari ai piedi; portate il vitello più grasso ..e facciamo festa!". Questa della gioia di Dio nel perdonare è il nocciolo più originale del messaggio biblico-cristiano. Altri annunciano di Dio la potenza, altri la giustizia, altri l'ordine...: noi cristiani annunciamo che la potenza di Dio è l'amore e la misericordia, che egli sa vincere il male col bene, che Dio è amore e perdono onnipotenti. Noi a Dio - mi insegnava un anziano e saggio biblista francese - non possiamo regalare nulla che già non abbia: è il padrone di tutto! Tranne una cosa: dargli la gioia di poterci perdonare. Scrive sant'Ambrogio: "Non leggo nella Bibbia che Dio si sia riposato quando creò il cielo e la terra; o quando creò il mare e le piante; leggo che si è riposato quando creò l'uomo, perché finalmente aveva trovato uno cui potesse perdonare" (Exam.).

Ma si fa festa...per un peccatore pentito. Questo è un punto da chiarire. Dio si propone a tutti, Dio sollecita tutti, Dio è misericordioso verso tutti, ma verso tutti quelli che lo vogliono, quelli cioè che si aprono a lui con sincerità di cuore. Gesù non ha mai sottovalutato la gravità del peccato; la distinzione tra peccatori e giusti non è soppressa; ha sempre esigito conversione ed è radicale nelle esigenze per il Regno condannando il male senza ambiguità. Se qui si parla della misericordia, si parla anche di conversione, di un figlio ritrovato perché pentito. Anzi il messaggio dell'amore del Padre è proprio per dar confidenza al ritorno del peccatore. Troppo Iddio è rispettoso della nostra libertà e dignità, e quindi della nostra parte da fare nel processo della salvezza!

2) ANCHE NOI DOBBIAMO ACCOGLIERE TUTTI COME FRATELLI

E' iniziata l'epoca del perdono: non è più lecito mormorare. Alla svolta del Dio misericordioso deve seguire la svolta del cuore tollerante. L'atteggiamento del figlio maggiore che non accoglie l'altro come fratello e giudica la troppa bontà del padre, è stigmatizzata da Gesù nella finale della parabola. E' l'arroganza del "giusto" che non capisce più la preziosità del perdono e la generosa larghezza del cuore di Dio. E' sempre la pretesa del fariseo di "meritare" qualcosa davanti a Dio, e quindi di vantare pretese più degli altri!
Ma Dio non fa torto a nessuno: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo". Dice san Paolo: "Che hai tu che non abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come non l'avessi ricevuto?" (1Cor 4,7). Un giorno Gesù ebbe a dire a chi si lamentava della sua generosità: "Sei tu invidioso perché io sono buono?" (Mt 20,15). Ciò che spinge Dio al perdono non è il merito del peccatore, ma la sua assoluta gratuità e promessa di salvezza: "In questo sta l'amore: non noi abbiamo amato Dio, ma lui ha amato noi; egli ci ha amato per primo" (1Gv 4,10.19).
Il fratello maggiore osserva la legge, ma manca dell'amore fraterno.

Ma proprio questo è il cuore della legge: "Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro celeste" (Lc 6,36). La rabbia e la paura del giusto è che così vada tutto a rotoli! Ma Gesù è stato molto preciso nell'insegnamento di oggi: di fronte al padre, se al secondo è richiesto l'amore fraterno, al primo, il figlio minore, è richiesta conversione. Conversione e amore del prossimo sono allora i due pilastri portanti dell'ordine morale, le forze basilari che devono animare la nostra convivenza umana.

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In fondo la conversione è sull'idea che si ha di Dio: il figlio minore pensa di essere schiavo nella casa del padre, e parte alla ricerca di una felicità che poi si dimostrerà fasulla e deludente, ritornando al vecchio padre, unico portatore di vita autentica; il secondo ha del padre l'idea di un padrone da servire, cui avanzare le pretese per i propri atti di obbedienza e giustizia..! Ma Dio è altra cosa: è puro dono gratuito, è benevolenza anzitutto; e quando ha dato tutto e si vede anche rifiutato... diviene anche perdono, misericordia, è capace di un super-dono che ci sa rendere nuovi e ci fa incominciare da capo come se nulla fosse stato!
Appunto: GRAZIA E MISERICORDIA sono gli argini entro i quali scorre la vita del credente.

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