Le tentazioni nel deserto

Un testo estremamente denso sul tema del discernimento è il racconto delle tentazioni di Gesù. Qui il discernimento si presenta come il criterio distintivo dell'operazione del maligno sulla psicologia umana. Dobbiamo farne un'analisi particolareggiata, appoggiandoci a Mt 4,1-11:
1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo.
Il fenomeno della tentazione è presentato qui come un fatto orchestrato dallo Spirito di Dio. Ciò significa che Satana si muove solo dentro i confini della divina permissione. Dall'altro lato, lo Spirito muove Gesù verso il gusto del silenzio e lo sospinge nel deserto. Ecco un primo elemento di discernimento: il segnale dello Spirito Santo che ci muove è la comunicazione al nostro cuore dell'attrazione del silenzio. Vale a dire: difficilmente i pensieri e i propositi di una persona possono essere ispirati dallo Spirito di Dio, se questa persona vive abitualmente immersa nel frastuono e mal sopporta di rimanere un po' sola con se stessa. Dio infatti parla al cuore dell'uomo con una parola senza suono, per questo il rumore impedisce di percepirla. Quando Dio vuole parlarci, ci spinge nel silenzio del deserto (cfr. Os 2,16). Tuttavia, occorre sapere che proprio in quel momento, Satana può avvicinarsi per suggestionare la nostra mente. Satana non teme gli uomini che annegano nel frastuono. Teme coloro che gustano il silenzio e tenta di parlare lui, prima che parli Dio, ben sapendo che la persona umana capace di ascoltare Dio è anche facilmente ricettiva delle sue spirituali suggestioni. Egli falsifica la voce di Dio, la imita, si presenta come consigliere interessato al maggior bene dell'uomo. Notiamo che questo è il primo episodio evangelico in cui Cristo si incontra direttamente con lo spirito delle tenebre. Perché non prima? Ci sembra di potere rispondere così: rispetto a Cristo, Satana ha applicato questa metodologia di attacco: non si è fatto sentire durante gli anni di vita nascosta a Nazaret, ma è venuto allo scoperto, quando Cristo ha dato inizio al suo ministero pubblico. Nella stessa maniera, con i cristiani, e in generale con tutti gli uomini, Satana fa lo stesso: esce allo scoperto solo quando la persona diventa pericolosa per lui. Prima di quel momento gli conviene essere creduto assente.
2 E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame.
3 Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane".
Questo versetto contiene un ulteriore insegnamento sul discernimento dei movimenti interiori. Abbiamo detto che Satana si presenta come avversario dichiarato, solo quando la persona diventa pericolosa per lui. Dobbiamo aggiungere che egli entra in scena nel momento a lui più favorevole. Vale a dire, quando la nostra natura umana sperimenta i suoi momenti di debolezza, di tedio, di stanchezza psicologica. Con Gesù. Satana non entra subito in azione, ma attende che le forze umane di Cristo comincino a cedere. Allora "gli si accostò". Dobbiamo anche notare che fra le suggestioni con cui il maligno tenta Cristo, quella che riguarda il bisogno fisico, occupa il primo posto. Ciò significa che, per scardinare l'unione dell'uomo con Dio, Satana comincia sempre dalla carne, cioè stimolando le passioni dell'io inferiore. Infatti, quando la persona non riesce a dominare i suoi impulsi istintivi, anche la parte superiore dell'io cade facilmente preda della tirannide del male. Si offusca la luce dell'intelletto e i sentimenti personali diventano torbidi e contorti.Alla tentazione fisica, però, Satana aggiunge un altro tocco di grande forza persuasiva: il riferimento all'amor proprio: "Se sei figlio di Dio…". Elemento che tornerà nella seconda tentazione, ma non nella terza. E il motivo è semplice: il diavolo non si arrende facilmente, e torna all'attacco anche dopo essere stato vinto, ma non con la stessa arma. Quando vede che una certa strategia è inefficace con una persona determinata, cambia metodo, finché trova quello giusto. Così, il riferimento all'amor proprio, fallito nelle prime due tentazioni, non ritorna più nella terza. Quanto al richiamo all'amor proprio, è un indizio di grande valore nel discernimento dei propri pensieri: Satana riesce ad avere un qualche potere sulla psiche umana, quando i pensieri della persona ruotano intorno alle necessità o ai bisogni del proprio "io". Dobbiamo sapere di essere in grande pericolo, quando i nostri pensieri ci riportano con insistenza a tematiche relative ai seguenti ambiti: le cose che io mi aspetto che gli altri dovrebbero fare per me, il riconoscimento e la valorizzazione dei miei doni e delle mie capacità, l'attesa di una risposta e una gratitudine adeguate ai benefici che gli altri hanno ricevuto da me, la consolazione e le attenzioni che dovrei ricevere dagli altri quando soffro, ecc… Tutto questo nasconde una grande trappola: quella di essere condotti al ripiegamento su se stessi, fino al rischio dell'isolamento totale dalla comunità cristiana. Ed è proprio a questo traguardo che Satana vuole arrivare, sussurrando alle orecchie della sua vittima parole di falsa benevolenza: "Non vedi come sono tutti ingiusti con te? Non vedi come la comunità non dà ascolto ai tuoi saggi consigli? Non vedi come i tuoi carismi non vengono riconosciuti e valorizzati?". A poco a poco, dando ascolto a questa voce, la persona cessa di vedere intorno a sé dei fratelli e comincia a vedere dei nemici. A questo punto, Satana è perfino capace di accecare la persona, tanto da nascondere l'amore che è sotto ai suoi occhi.
Questa prima tentazione contiene anche un riferimento alla logica del potere, che sta alla base di ogni pensiero suggerito dal maligno: "Di' che queste pietre diventino pane" equivale a dire: "Metti il tuo potere al servizio dei tuoi bisogni personali". In questo modo, il servizio alla persona umana, si muta in un esercizio di potere.

Cristo rifiuta fin dall'inizio questa logica: nel vangelo Egli non compie mai un miracolo per Sé Stesso. La rifiuterà anche alla fine, quando, sulla croce, gli chiederanno di scendere per dimostrare di essere ciò che aveva detto. Se lo avesse fatto, gli avrebbero senz'altro creduto, ma non sarebbe stato un atto autentico di fede, perché privo di libertà: Cristo infatti non vuole essere creduto in forza della manifestazione della sua potenza. Egli vuole piuttosto che sia liberamente accettato come valido il suo stile di vita.
4 Ma egli rispose: "Sta scritto:
Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Notiamo che la risposta di Gesù ha due caratteristiche fondamentali: 1. è breve, 2. è tratta dalle Scritture. La brevità della risposta di Gesù indica la pericolosità di mettersi a discutere col demonio, cioè la pericolosità di seguire lo sviluppo dei pensieri che lui ci ha suggerito. Quando sentiamo che la nostra mente è sotto suggestione, dobbiamo troncare il corso dei pensieri piuttosto che seguirlo. La seconda caratteristica contiene un altro cruciale insegnamento: il corso dei pensieri suggestionati si spezza mediante la ripetizione interiore di una parola biblica adeguata, cioè contrapposta alla natura della suggestione. Alla tentazione sulla fame, Cristo risponde con Deuteronomio: "non di solo pane vive l'uomo". Dobbiamo perciò cercare una parola biblica da ripetere come contrapposizione al genere di tentazioni che Satana utilizza con noi più frequentemente.
5 Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio
6 e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede".
7 Gesù gli rispose: "Sta scritto anche:
Non tentare il Signore Dio tuo". La seconda tentazione ha una caratteristica particolarmente inquietante: Satana trova nella Parola di Dio un sostegno alla sua insidia. Ritorna qui intanto la nota dell'amor proprio, a cui evidentemente il diavolo attribuisce un grande valore per la sua strategia, se la usa una seconda volta, dopo il primo fallimento. L'insegnamento più notevole di questo versetto è che Satana, quando vede che le inclinazioni fondamentali della persona sono decisamente orientate verso il bene, allora usa il bene, e non la proposta del peccato, per farla deviare dalla via di Dio. Così, quando Cristo gli dimostra che la Parola di Dio è il suo scudo, allora Satana usa proprio la Parola di Dio per farlo andare fuori strada. Ciò significa che il diavolo ha due strategie diverse, una per chi percorre la via larga del peccato, e una per chi cammina nel servizio di Dio. Nel primo caso, Satana tiene il peccatore lontano da Dio, mediante la proposta di nuovi peccati; ma nel secondo caso, egli tenta di allontanare da Dio l'uomo retto con un metodo più sottile e più sofisticato: la falsificazione del bene. In questa prospettiva, persino la Bibbia può diventare un laccio di Satana. Per questo l'Apostolo Paolo dice che la Scrittura è Spirito che dà vita, ma certe volte è lettera che uccide (cfr. 2 Cor 3,6). In modo particolare, la strategia di Satana viene smascherata da Gesù al v. 7, quando dice: "Sta scritto anche". Vale a dire: per ingannare Gesù, Satana ha citato la Scrittura (Sal 91,11-12) in modo parziale, tacendo il fatto che nella Scrittura ci sono anche altri passi che vanno letti accanto al Salmo 91, perché il testo biblico non venga pericolosamente frainteso. E uno di questi passi è quello indicato da Gesù nella sua risposta, cioè Dt 6,16.
8 Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse:
9 "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai".
10 Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto".
11 Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.
L'ultima tentazione è quella del potere terreno, il miraggio di governare il globo. Qui Cristo risponde con lo stesso metodo: una risposta breve, tratta dalla Scrittura. Ma dobbiamo ancora osservare che Gesù si svincola dalla suggestione del maligno anche per una disposizione fondamentale del suo spirito umano: Cristo è un uomo che ha rinunciato a se stesso. Le proposte con cui Satana tenta di riportare Cristo ai suoi desideri personali e umani cadono nel vuoto, semplicemente perché nell'animo del Cristo storico, non ci sono desideri personali.

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