È stato proclamato santo il 31 maggio 1992 da Giovanni Paolo II, il quale, rivolgendosi ai fedeli che gremivano la Basilica di S. Pietro, ha espresso questo augurio: "Possa la canonizzazione di Claudio La Colombière essere per tutta la Chiesa un appello a vivere la consacrazione a Cristo, consacrazione che è dono di sé per lasciare che la carità di Cristo ci animi, ci perdoni e ci introduca nel suo ardente desiderio di aprire a tutti i nostri fratelli le vie della verità".
Nascita e vocazione di Claudio
Ma chi è S. Claudio La Colombière, che forse resta sconosciuto a non pochi lettori della nostra rivista? Egli nasce in Francia, il 2 febbraio 1641, a Saint-Sinphorien- d'Ozon, nel Delfinato.
All'età di nove anni frequenta a Lione la scuola dei Padri Gesuiti, facendosi apprezzare non solo per la sua intelligenza, ma anche per le sue virtù. In questo ambiente fiorisce la sua vocazione al sacerdozio nella Compagnia di Gesù, anche se più tardi confesserà ad una mamma, che non permetteva alla figlia di farsi religiosa: "Anch'io avevo una terribile avversione per la via nella quale mi sono impegnato, quando mi feci religioso" (Lett. 70).
Claudio, dunque, pur essendo sensibile ai rapporti familiari e sociali, fortemente inclinato alla letteratura e all'arte, decide di entrare a 17 anni nel noviziato dei Padri Gesuiti ad Avignone, dove, due anni dopo, si consacra al Signore con i voti perpetui di povertà, di castità, di obbedienza.
Subito dopo passa dal noviziato al Collegio per completare gli studi di filosofia: al termine del corso i Superiori gli affidano l'incarico d'insegnare grammatica e letteratura nello stesso Collegio, per cinque anni.
Partenza per Parigi
Nel 1666 Claudio raggiunge Parigi per studiare teologia nel celebre Collegio di Clermont, dove i Gesuiti erano molto stimati per il loro insegnamento e soprattutto per la coraggiosa lotta al giansenismo. La notevole attitudine che Claudio aveva manifestato per gli studi umanistici, unita alle sue doti di prudenza e finezza e al profondo gusto dell'amicizia, suggerisce ai superiori di sceglierlo come precettore dei figli di Colbert, ministro delle finanze del re Luigi XIV.
Terminato lo studio della teologia, Claudio è ordinato sacerdote di Cristo a 28 anni. Torna a Lione in qualità di professore e di predicatore. Nell'ottobre 1674 affronta la "Terza probazione", cioè l'anno di spiritualità in cui il gesuita si applica, per la seconda volta, al mese degli Esercizi Spirituali di S.Ignazio e approfondisce le Costituzioni del Fondatore. Nel corso del "mese ignaziano" P. Claudio s'impegna con voto ad osservare tutte le regole della Compagnia, con l'unico scopo di vivere e di testimoniare l'ideale di santità delineato da Ignazio.
Nel "Diario spirituale" di questo periodo consentono di seguire le lotte e le vittorie del suo spirito sempre generoso con Dio. Egli percepisce così chiaramente l'assolutezza dell'amore di Dio da testimoniare: "Non potrei mai consentire ad alcun compromesso" (Diario Spir., 71).
L'incontro con S. Margherita Maria
Chiesa del Crocifisso dei Miracoli, PP.Gesuiti, Catania |
Per un'imprevista disposizione del Padre Generale, P. Claudio La Colombière deve interrompere la "Terza probazione" perché destinato, nel febbraio 1675, come Superiore della comunità dei Gesuiti di Paray-le-Monial.
Nel monastero delle Suore Visitandine di Paray-le-Monial viveva la sua vita consacrata al Signore Suor Margherita Maria Alacoque, inferiore per ceto sociale e per cultura alle quaranta Suore del monastero. Ella, da tempo, stava "mettendo in subbuglio" la comunità con le sue "stranezze" e "visioni": i suoi doni mistici sono giudicati da sacerdoti "prudenti" opera diabolica, anche se lei è rassicurata del contrario da Gesù stesso, il quale, di fronte alle lamentele della Santa, le promette di mandarle "un suo servo fedele e perfetto amico", che le insegnerà a conoscerLo e ad abbandonarsi a Lui senza riserve.
P. La Colombière è invitato, verso la fine di febbraio 1675, a tenere un'esortazione alla comunità del Monastero. La suora visitandina sente una voce interna: "Ecco colui che ti mando". A sua volta, P. La Colombière vede in lei "un'anima tutta di grazia".
Si susseguono altri incontri tra i due Santi: nessun dubbio sfiora la mente di P.Claudio, che si preoccupa di rassicurare Suor Margherita Maria della sua docilità allo Spirito Santo e dell'autenticità delle rivelazioni.
Primo apostolo della devozione al Sacro Cuore
Il 15 giugno 1675, durante l'ottava della festa del Corpus Domini, mentre Suor Margherita è assorta in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, il Signore Gesù le mostra il suo divin Cuore con queste parole: "Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e in contraccambio non riceve che ingratitudini, disprezzo, sacrilegi in questo Sacramento di amore".
Gesù chiede alla Suora l'istituzione di una festa particolare il venerdì dopo l'ottava del Corpus Domini, per onorare il suo Cuore, e chiede la comunione riparatrice per le colpe contro l'Eucaristia.
Infine Gesù conclude: "Ti prometto che il mio Cuore effonderà le sue grazie su quanti gli renderanno quest'onore e procureranno che anche gli altri glielo rendano".
Suor Margherita Maria non nasconde le sue difficoltà per il delicato compito che le affida Gesù, il quale si affretta a confortarla: "Rivolgiti al mio servo [cioè al P. La Colombière] e digli da parte mia che faccia quanto è in lui per stabilire questa devozione e realizzare i desideri del mio Cuore. Non si abbatta per le difficoltà che sorgeranno: sappia che è onnipotente colui che diffida totalmente di sé e ripone la sua fiducia in me".
Padre Claudio accetta la missione e diventa il primo apostolo della devozione al Sacro Cuore: il 21 giugno 1675, ottava del Corpus Domini, si consacra con Suor Margherita Maria al Cuore di Gesù. Da quel giorno egli si dedicherà con instancabile zelo a far conoscere "le imperscrutabili ricchezze" del Cuore di Cristo: non esiterà a sfidare opposizioni e incomprensioni di ogni genere derivanti dal contesto religioso del secolo XVII, in cui il giansenismo cercava di allontanare le anime dalla preghiera e dai Sacramenti, facendo leva sul contrasto insanabile tra l'indegnità dell'uomo e la santità di Dio.
Incoraggiato dalle preghiere e dalla vicinanza spirituale di Suor Margherita Maria, P.La Colombière getterà i semi di un'autentica devozione al Sacro Cuore, che germineranno lungo i secoli successivi in una vasta fioritura di vita cristiana, incentrata sul culto eucaristico, sulla comunione riparatrice, sui Primi Venerdì del mese, sulla consacrazione al Sacro Cuore sia delle persone come delle famiglie.
L'Apostolato della Preghiera
A questo punto non sarà superfluo ricordare che il movimento dell`Apostolato della preghiera, sorto in Francia nel 1848 in uno studentato dei Gesuiti, è stato e continua ad essere un veicolo efficace per diffondere la devozione al Sacro Cuore.
Esso raccoglie circa 40 milioni di iscritti sparsi in tutto il mondo, i quali s'impegnano a rinnovare ogni giorno l'offerta di "preghiere ed azioni, gioie e sofferenze" al Sacro Cuore, "in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini".
Mensilmente il Papa propone delle intenzioni particolari per gli aderenti all'Apostolato della Preghiera, e lo stesso fanno i Vescovi delle varie nazioni.
L'esperienza di Londra
Nel 1676 P.Claudio La Colombière si trova a Londra, perché nominato predicatore della duchessa di York (la cattolica Maria Beatrice d'Este, sposata con il cattolico Giacomo duca di York e fratello del protestante Carlo II Stuart, privo di eredi diretti).
A Londra però P. Claudio non ha vita facile: l'ambiente mondano, la persecuzione anticattolica, varie difficoltà locali gli rendono amaro il soggiorno inglese. Tuttavia egli non cessa di svolgere il suo intenso apostolato di predicazione e di direzione spirituale, che gli procura l'indicibile gioia di vedere molte persone ritornare alla Chiesa Cattolica.
Alla fine del 1678 un'accusa calunniosa di "complotto papista" non risparmia neppure P. Claudio, il quale è arrestato e rinchiuso nell'orribile carcere di King's Bench. Dopo tre settimane di prove dolorose, un decreto reale lo espelle dall'Inghilterra. Rientrato in Francia, raggiunge il Collegio di Lione per seguire, come direttore spirituale, gli studenti di filosofia. Ma le sofferenze subite in carcere incidono sensibilmente sul suo organismo, già minato da gravi disturbi polmonari, per cui i Superiori lo fanno tornare a Paray-leMonial, nella speranza che quel clima lo rimetta in salute.
La morte a Paray-le-Monial
A Paray-le-Monial P. Claudio trascorre cinque mesi di lancinante malattia, che egli accetta e interpreta con la luce dell'uomo interiore, formato alla scuola degli Esercizi Spirituali: "Ringrazio Dio - così scrive ad una persona da lui diretta - per lo stato in cui mi ha messo. La malattia era per me assolutamente necessaria; senza di essa non so cosa sarei stato. Sono persuaso che è una delle misericordie più grandi che Dio ha esercitato verso di me" (Lett. 50).
La salute dell'infermo peggiora di giorno in giorno, finché il 15 febbraio 1682 un forte attacco di emottisi pone fine ai suoi 41 anni di vita terrena.
I suoi scritti, pubblicati dopo la morte, sono stati raccolti in un'edizione francese di sei volumi, suddivisi così: i primi quattro volumi contengono 78 discorsi; il quinto volume comprende 10 meditazioni, 40 riflessioni e 3 "prolusioni oratorie", il sesto volume riguarda 148 lettere e il Diario spirituale. Sono scritti di particolare interesse per solidità di dottrina, e impregnati di spiritualità ignaziana.
Attualità di un messaggio
Gli oltre tre secoli che ci separano dalle rivelazioni di Paray-le-Monial ci mettono in grado di valutare l'importanza e l'attualità del messaggio affidato dal Cuore di Cristo a S. Claudio La Colombière, come ha sottolineato Giovanni Paolo II nell'udienza speciale del 1 gennaio 1992 a numerosi pellegrini convenuti per la canonizzazione.
I1 nuovo Santo, definito dal Papa "maestro di illuminata spiritualità", c'insegna che "nel Cuore di Gesù Dio mostra di voler essere compreso nella sua volontà di amare, di perdonare, di salvare; nel Cuore di Gesù Dio ci fa comprendere che è necessario partecipare alla sua opera di salvezza mediante l'apostolato della preghiera e l'impegno della riparazione".
Secondo il pensiero del Papa, la nuova evangelizzazione esige che il Cuore di Cristo sia riconosciuto come il Cuore della Chiesa, perché è Lui che chiama alla conversione e alla riconciliazione. Infatti, "la conversione, la salvezza, la santificazione delle anime - ribadisce il Papa - sono il vero contenuto della devozione al Sacro Cuore e del messaggio imperituro di S. Claudio La Colombière".
Alla fonte salvifica di questo messaggio attingono moltissimi Istituti religiosi, che per la loro denominazione hanno scelto il titolo del Sacro Cuore, ed anche milioni di laici, che desiderano reagire ai rapporti spersonalizzanti della società odierna mediante l'attenzione personale al cuore di ogni uomo e la volontà di aiutare i fratelli a scoprire nel Cuore di Cristo il signifcato vero del loro destino.
II "compito soavissimo" (munus suavissimum) affidato dal Sacro Cuore al "suo servo fedele e perfetto amico" si prolunga nel servizio apostolico della Compagnia di Gesù: quello di avvicinare gli uomini a Cristo nel mistero del Suo Cuore, seguendo il cammino di amore e di misericordia, che Egli ci rivela nel Vangelo (Cfr Enciclica del Papa: Dives in misericordia, n. 13).
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