Icona dell'Ascensione

L'Ascensione

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L'Ascensione

L'Ascensione

Discepolo di Andrei Rublev
Anni 1410-1420 c. - 71 x 59 cm
Galleria Tretjacov, Mosca

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Il brano del Vangelo

Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: "Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?". Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra". Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo". (At 1, 6-11)

L'icona è divisa in due livelli: in alto troviamo il Salvatore in gloria (livello celeste), mentre in basso (livello terrestre) troviamo la Vergine orante con gli apostoli. Gesù dunque è assunto in cielo, "elevato in alto sotto i loro occhi", sottratto da una nube al loro sguardo, ritornerà sulle nubi e ognuno lo vedrà (cf Ap 1,7) . Il Cristo, sorretto da due angeli, sembra seduto su un trono con vesti regali. Nella mano sinistra tiene il rotolo della Legge, mentre il gesto della sua mano destra ci fa capire che Lui è il Pantocratore, cioè il "Dominatore di tutte le cose". Nel secondo livello, nella parte inferiore dell'icona, dunque troviamo Maria, gli apostoli e gli angeli, immersi in uno sfondo roccioso, sulla sommità del quale si elevano quattro alberelli: la terra si ricongiunge al cielo in una grande liturgia d'amore e di pace.

In secondo piano e ai lati di Maria ecco due angeli in vesti luminose che alzano le loro braccia al cielo quasi ad indicare la venuta di Gesù: "Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo". (At 1, 11).

La Vergine orante è situata al centro dell'icona perché raffigura la Chiesa, la nuova Eva. Un triangolo simbolico è formato dai nimbi dei due angeli e da quello di Maria; esso simboleggia la Santissima Trinità, dove gli angeli richiamano alla memoria il Padre e lo Spirito Santo e Maria, invece, il Figlio, che da Lei è stato generato.

Infine ecco gli apostoli, sei a destra e sei a sinistra della Madre di Dio. In primo piano alla sinistra del nostro sguardo, scorgiamo Pietro, mentre dall'altro parte c'è Paolo. I due sono i baluardi della fede ed il loro sguardi sono rivolti al Cristo che ascende, ma che già viene nella speranza della promessa.



I Padri


Oggi, come avete sentito, fratelli, Nostro Signore Gesù Cristo è salito in cielo: salga con lui anche il nostro cuore. Ascoltiamo l'Apostolo che dice: Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra (Col 3,1-2). Infatti, come egli è salito [in cielo] e non si è allontanato da noi, così anche noi siamo già lassù con lui, sebbene nel nostro corpo non sia ancora accaduto ciò che ci viene promesso. Egli ormai è stato innalzato sopra i cieli. In verità, non dobbiamo disperare di raggiungere la perfetta ed angelica dimora celeste, per il fatto che egli ha detto: Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo (Gv 3,13). Ma ciò è stato detto perché siamo uniti a lui: egli è infatti il nostro capo e noi il suo corpo. Se, quindi, egli sale in cielo, noi non ci separiamo da lui. Colui che è disceso dal cielo non ci nega il cielo; ma in un certo modo ci dice: "Siate le mie membra, se volete salire in cielo". Dunque fortifichiamoci intanto in ciò che più desideriamo vivamente. Meditiamo in terra ciò che ci aspettiamo [di trovare] nei cieli. Allora ci spoglieremo della carne mortale, ora spogliamoci dell'uomo vecchio. Un corpo leggero si alzerà nell'alto dei cieli, se il peso dei peccati non opprimerà lo spirito.

Agostino, Sermo 263, 2


Preghiera


Inno per la festa dell'Ascensione

Eterno, Altissimo Signore,
che hai redento il mondo;
tu, distrutto il regno della morte,
hai fatto trionfar la grazia.

Alla destra del Padre tu sali,
o Gesù, quale giudice tu siedi;
non dalla terra, ma dal ciel tu hai
ricevuto ogni tuo potere.

Tu sali per accogliere l'omaggio
del mondo triplice creato,
celeste, terrestre ed infernale,
che, sottomesso, a te il ginocchio piega.

Tremano gli angeli vedendo
la sorte capovolta dei mortali:
pecca l'uomo, redime l'Uomo;
regna Dio, l'Uomo Dio.

Nostra gioia sii tu che in ciel n'attendi
per farti premio a noi; tu che governi
con la destra la macchina del mondo
tu che oltrepassi ogni mondana gioia.

Quaggiù rimasti, noi ti supplichiamo,
le nostre colpe nell'oblio perdona,
in alto i cuori verso te solleva
porgi l'aiuto di tua superna grazia.

Sicché quando improvviso tornerai
giudice sulle nubi luminoso,
le meritate pene allontanate,
le perdute corone a noi ridar tu possa.

A te, Signor, sia gloria
risorto dalle strette della morte,
e al Padre, e al Santo Spirito,
ora e nei secoli perenni. Amen.

Aeterne Rex altissime, Ascensione, liturgia horarum, hymn. ad off. lectionis


La festa

Nei primi tre secoli, la Chiesa celebrava l'Ascensione del Signore insieme con la solennità della Pentecoste. Nel giorno della Pentecoste, nel pomeriggio, i fedeli si recavano al Monte degli Ulivi dove, nella chiesa che ricordava l'Ascensione del Signore, ascoltavano brani della Sacra Scrittura relativi all'Ascensione, e si cantavano le antifone e gl'inni. Nella seconda metà del IV secolo l'Ascensione del Signore costituisce già una festa a parte e viene celebrata quaranta giorni dopo la Risurrezione.

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