Dal Colloquio con Motovilov di Serafino di Sàrov. Sull'Ascensione

Irina Goraìnoff, Serafino di Sarov, Gribaudi, Torino, 1981, 157-161.

Il bene compiuto nel nome di Cristo non solo procura una corona di gloria nel mondo a venire, ma fin da quaggiù riempie l'uomo della grazia dello Spirito Santo. Sta scritto infatti: Dio dà lo Spirito senza misura. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa (Gv 3, 34-35).
Il vero fine della vita cristiana consiste quindi nell'acquisizione di questo Spirito di Dio. L'acquisizione è la stessa cosa dell'ottenimento. Sai cosa significhi acquisire del denaro? Per lo Spirito Santo è lo stesso.
Per la gente normale il fine della vita consiste nell'acquisizione del denaro, nel guadagno. I nobili inoltre desiderano ottenere onori, medaglie e altre ricompense per i servizi resi allo stato. Anche l'acquisizione dello Spirito Santo è un capitale, ma un capitale eterno, dispensatore di grazie, analogo ai capitali temporali e che si ottiene con gli stessi procedimenti.
Nostro Signore Gesù Cristo, Dio‑uomo, paragona la nostra vita ad un mercato e la nostra attività sulla terra ad un commercio. Raccomanda a tutti noi: "Datevi da fare fino al mio ritorno, tenendo da conto il tempo, perché i giorni sono incerti (Cf Lc 19, 12-13. Ef 5, 15-16), il che significa: sbrigatevi ad ottenere dei beni celesti trafficando merci terrene". Queste merci non sono niente altro che le buone azioni compiute in nome di Cristo le quali ci ottengono la grazia dello Spirito Santo.

Proprio la grazia dello Spirito Santo, simboleggiata dall'olio, mancava alle vergini stolte. Esse sono chiamate stolte, perché non si preoccupavano del frutto indispensabile della virtù che è la grazia dello Spirito Santo, senza la quale nessuno può essere salvato; infatti ogni anima è vivificata dallo Spirito Santo per essere illuminata dal sacro mistero dell'Unità trinitaria.
Lo Spirito Santo stesso viene ad abitare in noi e questa dimora in noi dell'Onnipotente, la coesistenza in noi della sua Unità trinitaria con il nostro spirito, non ci è data se non a condizione che ci impegniamo con tutti i mezzi a nostra disposizione per ottenere lo Spirito Santo. Egli prepara in noi un luogo degno di questo incontro secondo la parola immutabile di Dio: Io verrò e abiterò in loro, io sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo (Cf Ger 7, 3.7.23).

L'olio delle vergini non rappresenta le nostre azioni, ma la grazia attraverso la quale lo Spirito Santo riempie il nostro essere. Egli trasforma il corruttibile nell'incorruttibile, la morte psichica in vita spirituale, le tenebre in luce, la stalla, dove sono incatenate le nostre passioni, in tempio di Dio, in camera nuziale dove incontriamo il nostro Signore, creatore e salvatore, lo sposo delle nostre anime.
Grande è la compassione che Dio ha per la nostra disgrazia, cioè per la nostra negligenza nei confronti della sua sollecitudine. Egli afferma: Io sto alla porta e busso (Ap 3, 20); la porta significa il corso della nostra vita non ancora concluso dalla morte.
Come vorrei, amico di Dio, che in questa vita tu fossi sempre pieno di Spirito Santo! Ricordati che il Signore dice: Vi giudicherò nella condizione in cui vi troverò (Cf Mt 24, 42).

Vegliate e pregate per non cadere in tentazione (Mt 26, 41), cioè per non essere privati dello Spirito di Dio; le veglie e la preghiera infatti ci donano la sua grazia.
E' certo che ogni buona azione fatta in nome di Cristo conferisce la grazia dello Spirito Santo, ma la preghiera lo fa più di ogni altra cosa, essendo sempre a nostra disposizione. Potresti, ad esempio, aver voglia di andare in chiesa, ma la chiesa è lontana oppure sono finite le funzioni; potresti aver voglia di fare l'elemosina, ma non incontri nessun povero oppure non hai spiccioli in tasca; vorresti rimanere vergine, ma non ne hai le forze, a causa della tua costituzione o dei tranelli dell'avversario, ai quali la debolezza della tua carne umana non è in grado di opporre resistenza; forse vorresti trovare qualche altra buona azione da fare in nome di Cristo, ma non hai abbastanza forze, oppure non ti si presenta l'occasione.
Niente di tutto questo invece tocca la preghiera: tutti hanno sempre la possibilità di pregare, il ricco come il povero, il nobile come la persona qualsiasi, il forte come il debole, il sano come il malato, il virtuoso come il peccatore.

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