don Romeo Maggioni. Lo riconobbero nello spezzare il pane





COMMENTO di don Romeo Maggioni - tratto dal sito Giubileo 2000

Parola del Signore Il cammino dei discepoli di Emmaus è il nostro stesso cammino di fede, che trova difficoltà soprattutto quando arriva al nocciolo, cioè alla Croce.
Quali sono le tappe da seguire per superare le difficoltà (o le delusioni) di fronte alla fede, per poter così giungere alla gioia dell'incontro con Cristo e quindi all'entusiasmo della missione?

1) IL NOCCIOLO DELLA CROCE

Certo la croce ha sconcertato i discepoli: “Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele”. Avevano visto Gesù “profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo”, si erano fatti di Lui l’idea dell’inviato di un Dio finalmente vincitore sul male e sui malvagi, e magari liberatore anche politico... Invece “i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso”. Una vera delusione, questo Gesù! Capita sovente anche a noi, quando ci scontriamo con la Croce: col mistero della croce di Cristo, che sembra un gran fallimento; col mistero della nostra croce, che ci appare una prova, una disgrazia! Che cosa è la fede, a che serve, visto che i guai ci sono lo stesso? Non cambia nulla, né la vita né la storia! "Noi speravamo".
Tuttavia la croce non è l'ultima parola su Gesù. Dio lo ha risuscitato dai morti, come oggi testimonia Pietro: "Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte" (I lett. ), e con lui gli altri Apostoli: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”. Se è risorto è vivo, e quindi è tra noi, nostro contemporaneo, cammina sulla nostra stessa strada. “Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro". - "Io sono con voi tutti i giorni, fino a quando questo tempo sarà compiuto" (Mt 28, 20) - Non vi lascerò orfani" (Gv 14, 18). Irriconoscibile all'occhio fisico, ma non a quello della fede: "Beati quelli che credono, pur senza aver visto! " (Gv 20, 29). Dei cristiani si dice: "Voi lo amate, pur senza averlo visto, e ora, senza vederlo, credete in lui" (1Pt 1, 8).
La risurrezione ha accreditato Gesù come Signore, ha svelato pienamente il senso della croce, che non è un incidente di percorso ("secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio" - I lett. ), ma il vertice, il cuore del Mistero del Dio con noi, appunto come nostro Salvatore. Dopo la risurrezione Gesù appare con la preoccupazione di far vedere i segni della sua passione e morte, quasi a dirci: Sono riapparso vivo per farvi capire il valore della mia morte; questo mi preme che voi riconosciate di me, e ne facciate memoria per sempre. Dio ha proprio scelto la croce per mostrare il suo Volto e il suo fare tra noi, perché non è un Dio che si impone con potenza, ma con l'amore, proprio di chi dà la vita in riscatto per noi: "Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati.., ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia" (II lett. ).

2) LE TAPPE PER INCONTRARLO

L'itinerario dei discepoli di Emmaus per incontrare e riconoscere Gesù vivo è segnato da tre tappe precise. Anzitutto Gesù "cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Egli disse loro: ‘Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?’”. Questa "lectio biblica" scalda il cuore ai discepoli e illumina pienamente il disegno di Dio, incentrato appunto sulla Croce. E’ la Parola di Dio la lente d'ingrandimento che fa vedere fino in fondo il valore dell’evento pasquale e della morte di Gesù. I fatti della vita di Cristo non sono percepiti nel loro pieno valore se non quando sono letti sullo schermo più vasto di tutta la Rivelazione. Senza la Bibbia non si conosce il vero volto di Dio e il suo disegno. Al massimo si fanno chiacchiere umane, o informazioni culturali su di Lui; ma non portano alla fede.
"L'avevano riconosciuto nello spezzare il pane". Sta qui il luogo scelto da Cristo perché lo possiamo incontrare e riconoscere: il segno dell'Eucaristia. Nel segno della Croce si fa memoria della sua immolazione per noi e ce ne comunica il frutto salvifico. "Colui che mangia me vivrà per mezzo di me" (Gv 6, 57). Solo qui avviene - accade oggi e sempre - l’incontro salvifico di Cristo con noi: nella MESSA. Solo qui riusciamo a riconoscere Gesù come nostro salvatore e a incontrarlo vivo ed efficace per il nostro riscatto e rinnovamento.
Alla fine i due ritornano a Gerusalemme. Lì la loro esperienza di fede riceve la conferma di tutta la comunità cristiana. E' la Chiesa il luogo legittimo e pieno dove ricevere e alimentare la fede. Nella celebrazione comunitaria la piccola esperienza personale di fede trova conferma, verifica e rafforzamento. Solo chi sta legato alla Chiesa può avere la fede giusta per incontrare il Cristo che salva. Solo lì ci sono appunto la Parola, il Sacramento e la testimonianza dei fratelli che sostengono e fanno crescere la nostra consapevolezza di essere figli ed eredi di Dio e fratelli tra di noi. Con essa ne diventiamo testimoni di fronte al mondo.

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"Resta con noi, Signore, perché si fa sera". Sembra anche a noi a volte che la fede venga meno nel nostro mondo e nel nostro cuore. Una invocazione ci deve essere. Dio ci cerca, Dio si accompagna a noi, ma vuole che esprimiamo almeno il desiderio e la nostalgia di lui.
Ripetiamo anche noi nei momenti bui: Resta con noi che si fa sera, entra in casa nostra, nel nostro mondo. Donaci il tuo pane di vita e la gioia di sentirci chiamati alla risurrezione come tuoi amici e compagni. Ne diventeremo allora testimoni entusiasti.

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