Dagli "inni" di Romano il Melode

Inno 36, circa 18. S Ch circa 221 s.

La creatura della terra stava per perire di sete; consunta dal calore infocato, errava nel deserto senz'acqua e, disgraziata, non trovava nulla per estinguere la sua sete. Allora il mio Salvatore, fonte di ogni bene, fece scaturire fiumi di vita, esclamando: Dal tuo ventre ti venne la sete; bevi al mio fianco e non avrai mai più sete. Duplice è il torrente che ne scaturisce: esso lava e disseta gli uomini insozzati, perché Adamo ritrovi la gloria.

Perciò nessuno dica che il ventre di Cristo era soltanto quello di un uomo, perché Cristo era uomo e Dio, ma senza dividersi in due; egli è uno, figlio di un unico Padre. Lo stesso sofferse, lo stesso non soffrì: lo stesso che subì la morte e ad essa non fu soggetto: vivente nella sua divinità, egli muore nel suo corpo come uomo.

Di lui fu figura il patriarca Isacco sul monte: sgozzato nell'agnello, ridiscese vivo, come il mio Salvatore, perché Adamo ritrovi la gloria.

Un'altra figura di Gesù fu il profeta Giona nel ventre del mostro. Fu inghiottito, non digerito, come il Signore nel sepolcro; Giona usci dal mostro dopo tre giorni, così come Cristo dal sepolcro; Giona salvò Ninive con la sua predicazione, Cristo ha riscattato la terra e il mondo interi. Tutto quello che ci aveva predetto per mezzo dei profeti, è venuto a compierlo perché Adamo ritrovi la gloria.

Canta, creatura terrena, celebra colui che ha sofferto, che è morto per te, e quando fra non molto lo contemplerai vivente, accoglilo nel tuo cuore. Ché Cristo deve rialzarsi dalla tomba e rinnovarti, o uomo. Preparagli dunque un'anima pura, perché facendosela sua dimora, il tuo re la renda un cielo. Ancora pochissimo ed egli verrà a colmare di gioia gli afflitti, perché Adamo ritrovi la gloria.

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