Card. Caffarra OMELIA PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA Cattedrale Ferrara 1 marzo 1998
È un grande momento quello che la Chiesa inizia ora a vivere: essa è chiamata, e ciascuno di noi è chiamato nella Chiesa, a divenire partecipe del mistero delle tentazioni di Cristo nel deserto: a rivivere questo mistero di cui avete sentito la narrazione nel Vangelo. In Gesù infatti, che è il Nuovo Adamo, ognuno di noi è stato incluso, e come prefigurato realmente, così che ciascuno di noi rivive in sé la vita del Signore. E non solo né principalmente attraverso l’imitazione, ma nel senso che ci è donato il suo Santo Spirito che ci inserisce nel Cristo nostro capo: nel Cristo tentato e vittorioso. E’ questo tutto il mistero (o sacramento) della S. Quaresima, che noi siamo chiamati a rivivere in noi attraverso un percorso che ci porterà fino alla celebrazione della Grande Missione e poi della Pasqua..
1. Iniziamo dalla meditazione attenta della pagina evangelica che narra le tre tentazioni di Gesù nel deserto. E’ molto profonda, e dobbiamo essere molto docili allo Spirito che cela spieghi dentro al cuore attraverso le mie parole, che percuotono solo le vostre orecchie. Potremmo analizzare ad una ad una le tre tentazioni di Gesù ma forse è meglio che ci domandiamo se queste tre tentazioni in fondo non sono altro che tre espressioni, tre modalità in cui prende corpo una sola tentazione, una sola proposta che il Satana fa alla libertà umana di Gesù. E’ proprio così! Che cosa propone a Gesù? di seguire una via, di realizzare un’esistenza contraria a quella che il Padre aveva progettato per Lui, cercando di introdurre nel suo cuore il sospetto circa la bontà e la fedeltà di Dio. Vedete, fratelli e sorelle, questa è da sempre (dalla tentazione di Adamo in poi) la “strategia” di cui si serve Satana per indurci al peccato: prima di tutto farci dubitare, a livello della nostra ragione, della bontà del Padre e poi, di conseguenza, indurci a disobbedire al suo progetto. Introdurre nel cuore dell’uomo il sospetto che Dio sia invidioso della felicità dell’uomo; introdotto il sospetto, è più facile indurre la sua libertà al male. E’ questo che Satana ha tentato di fare con Gesù nel deserto: distoglierlo dalla sua obbedienza al Padre, mostrando come vera vita un’esistenza contraria al progetto divino. Come? Ecco le tre forme che assume questa tentazione di base. La prima: “Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane”. E’ un invito a dare prova della sua capacità di provvedere a se stesso, prescindendo dal Padre. E’ un invito a dare una dimostrazione della propria relazione unica al Padre, attraverso un fatto miracoloso che non gli renda più necessario l’abbandono confidente al Padre. Gesù però risponde che egli intende vivere invece la sua missione nell’ascolto obbediente del Padre.
La seconda: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni … tutto sarà tuo”. E’ la tentazione più subdola, formulata quasi cogli stessi termini di un’antica promessa messianica (cfr. Sal 2,7-8). In questa promessa Iddio prometteva al suo Messia di renderlo Signore. Ma la via è quella dell’umiliazione e non della gloria, del servizio e non del dominio. Gesù risponde che egli intende dipendere esclusivamente da Dio, vivendo la sua esistenza messianica nell’assoluta obbedienza al Padre.
La terza: “Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù”. E’ il sospetto della fedeltà di Dio alle sue promesse. Egli aveva detto: “ai suoi angeli darà ordine per te …” «Prova se è vero! » Sembra dire Satana «mettilo alla prova per verificare se mantiene le sue promesse». La risposta di Gesù è secca e decisa: questo significa “tentare Dio”. L’affidamento al Padre è totale. Vedete, fratelli e sorelle, che la tentazione satanica è in una terribile progressione: dimostra colla tua potenza che non hai bisogno di Dio; costruisciti una potenza e un regno in questo mondo; prova infine a verificare se Dio mantiene le promesse e se di Lui ci si può fidare. Ed anche vedete che la triplice tentazione di Satana mira ad un solo obiettivo: convincere che si può vivere senza Dio; optare per una vita che prescinda da Dio stesso. E’ questa l’intima natura di ogni suggestione diabolica: la suggestione dell’anti-verità.
2. Carissimi fratelli e sorelle, ho detto che la Quaresima è il mistero della partecipazione alla tentazione e vittoria di Cristo. Questa partecipazione ha un nome: si chiama conversione. E’ un avvenimento, la conversione, assai profondo che lo Spirito Santo vuole fare accadere in noi per mezzo della S. Quaresima. In che cosa consiste? Nel rifare esattamente il cammino contrario a quello che abbiamo fatto allontanandoci dal Signore. E’ stato un cammino della nostra intelligenza che ha cominciato a non fidarsi più della parola di Dio; è stato un cammino della nostra volontà che ha di conseguenza scelto come bene ciò che la parola di Dio giudicava male. La conversione quindi è un cambiamento nel nostro modo di pensare: pensare secondo il Signore; è un cambiamento nel nostro modo di scegliere ed essere liberi: seguire il Signore.
Il Signore nel deserto ha già vinto per noi; ora vuole vincere in noi: Egli stesso ci conduca col suo S. Spirito fuori dalla nostra miseria nella vera libertà dei figli.
È un grande momento quello che la Chiesa inizia ora a vivere: essa è chiamata, e ciascuno di noi è chiamato nella Chiesa, a divenire partecipe del mistero delle tentazioni di Cristo nel deserto: a rivivere questo mistero di cui avete sentito la narrazione nel Vangelo. In Gesù infatti, che è il Nuovo Adamo, ognuno di noi è stato incluso, e come prefigurato realmente, così che ciascuno di noi rivive in sé la vita del Signore. E non solo né principalmente attraverso l’imitazione, ma nel senso che ci è donato il suo Santo Spirito che ci inserisce nel Cristo nostro capo: nel Cristo tentato e vittorioso. E’ questo tutto il mistero (o sacramento) della S. Quaresima, che noi siamo chiamati a rivivere in noi attraverso un percorso che ci porterà fino alla celebrazione della Grande Missione e poi della Pasqua..
1. Iniziamo dalla meditazione attenta della pagina evangelica che narra le tre tentazioni di Gesù nel deserto. E’ molto profonda, e dobbiamo essere molto docili allo Spirito che cela spieghi dentro al cuore attraverso le mie parole, che percuotono solo le vostre orecchie. Potremmo analizzare ad una ad una le tre tentazioni di Gesù ma forse è meglio che ci domandiamo se queste tre tentazioni in fondo non sono altro che tre espressioni, tre modalità in cui prende corpo una sola tentazione, una sola proposta che il Satana fa alla libertà umana di Gesù. E’ proprio così! Che cosa propone a Gesù? di seguire una via, di realizzare un’esistenza contraria a quella che il Padre aveva progettato per Lui, cercando di introdurre nel suo cuore il sospetto circa la bontà e la fedeltà di Dio. Vedete, fratelli e sorelle, questa è da sempre (dalla tentazione di Adamo in poi) la “strategia” di cui si serve Satana per indurci al peccato: prima di tutto farci dubitare, a livello della nostra ragione, della bontà del Padre e poi, di conseguenza, indurci a disobbedire al suo progetto. Introdurre nel cuore dell’uomo il sospetto che Dio sia invidioso della felicità dell’uomo; introdotto il sospetto, è più facile indurre la sua libertà al male. E’ questo che Satana ha tentato di fare con Gesù nel deserto: distoglierlo dalla sua obbedienza al Padre, mostrando come vera vita un’esistenza contraria al progetto divino. Come? Ecco le tre forme che assume questa tentazione di base. La prima: “Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane”. E’ un invito a dare prova della sua capacità di provvedere a se stesso, prescindendo dal Padre. E’ un invito a dare una dimostrazione della propria relazione unica al Padre, attraverso un fatto miracoloso che non gli renda più necessario l’abbandono confidente al Padre. Gesù però risponde che egli intende vivere invece la sua missione nell’ascolto obbediente del Padre.
La seconda: “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni … tutto sarà tuo”. E’ la tentazione più subdola, formulata quasi cogli stessi termini di un’antica promessa messianica (cfr. Sal 2,7-8). In questa promessa Iddio prometteva al suo Messia di renderlo Signore. Ma la via è quella dell’umiliazione e non della gloria, del servizio e non del dominio. Gesù risponde che egli intende dipendere esclusivamente da Dio, vivendo la sua esistenza messianica nell’assoluta obbedienza al Padre.
La terza: “Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù”. E’ il sospetto della fedeltà di Dio alle sue promesse. Egli aveva detto: “ai suoi angeli darà ordine per te …” «Prova se è vero! » Sembra dire Satana «mettilo alla prova per verificare se mantiene le sue promesse». La risposta di Gesù è secca e decisa: questo significa “tentare Dio”. L’affidamento al Padre è totale. Vedete, fratelli e sorelle, che la tentazione satanica è in una terribile progressione: dimostra colla tua potenza che non hai bisogno di Dio; costruisciti una potenza e un regno in questo mondo; prova infine a verificare se Dio mantiene le promesse e se di Lui ci si può fidare. Ed anche vedete che la triplice tentazione di Satana mira ad un solo obiettivo: convincere che si può vivere senza Dio; optare per una vita che prescinda da Dio stesso. E’ questa l’intima natura di ogni suggestione diabolica: la suggestione dell’anti-verità.
2. Carissimi fratelli e sorelle, ho detto che la Quaresima è il mistero della partecipazione alla tentazione e vittoria di Cristo. Questa partecipazione ha un nome: si chiama conversione. E’ un avvenimento, la conversione, assai profondo che lo Spirito Santo vuole fare accadere in noi per mezzo della S. Quaresima. In che cosa consiste? Nel rifare esattamente il cammino contrario a quello che abbiamo fatto allontanandoci dal Signore. E’ stato un cammino della nostra intelligenza che ha cominciato a non fidarsi più della parola di Dio; è stato un cammino della nostra volontà che ha di conseguenza scelto come bene ciò che la parola di Dio giudicava male. La conversione quindi è un cambiamento nel nostro modo di pensare: pensare secondo il Signore; è un cambiamento nel nostro modo di scegliere ed essere liberi: seguire il Signore.
Il Signore nel deserto ha già vinto per noi; ora vuole vincere in noi: Egli stesso ci conduca col suo S. Spirito fuori dalla nostra miseria nella vera libertà dei figli.
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