II DOMENICA DI PASQUA, IN ALBIS






I credenti, attesta sant’Agostino, “si fortificano credendo”...
Solo credendo, quindi, la fede cresce e si rafforza; 
non c’è altra possibilità per possedere certezza sulla propria vita 
se non abbandonarsi, in un crescendo continuo, 
nelle mani di un amore che si sperimenta sempre più grande 
perché ha la sua origine in Dio.

Benedetto XVI, Porta fidei






Gv 20,19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il  segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.





IL COMMENTO



Una fede oltre la carne. Come quella di San Pietro, come quella imparata da San Paolo. E' questa la parola del vangelo di oggi. Gesù oltrepassa la porta sprangata delle paure e dei dubbi, il velo ostinato che copre occhi e mente e cuore ed impedisce di riconoscere, oltre le apparenze, nelle pieghe della carne e della storia, la presenza certa e amorevole del Signore.

Dio è. Dio è oltre la morte, oltre il peccato, oltre la contingenza che ci atterrisce. 

Occorre un supplemento d'anima, uno sguardo diverso, una testimonianza piantata nel cuore.  Occorre una rivelazione celeste, lo Spirito Santo. Ecco quel che è mancato a Tommaso, ciò di cui, la sua povera carne piena di esigenza, aveva bisogno. Come noi oggi. La fede.

Ma la fede si impara, come ribadisce il Papa: "La stessa professione della fede è un atto personale ed insieme comunitario. E’ la Chiesa, infatti, il primo soggetto della fede. Nella fede della Comunità cristiana ognuno riceve il Battesimo, segno efficace dell’ingresso nel popolo dei credenti per ottenere la salvezza... «Io credo»: è anche la Chiesa nostra Madre, che risponde a Dio con la sua fede e che ci insegna a dire «Io credo», «Noi crediamo»” (Benedetto XVI, Porta Fidei). Per questo Gesù non rimprovera Tommaso, ma lo invita a porsi in cammino, a diventare un "credente", ad imparare la fede, quella che oltrepassa la carne. E questo si può solo nella comunità! Tommaso era fuori quando, la domenica di Pasqua, Gesù è apparso agli altri apostoli. Gemello del Signore, Tommaso (questo significa Didimo), stava cercando, come tutti i gemelli, la parte di sé che gli era venuta meno! Cercava un segno nelle piaghe di Gesù, perchè cercava un senso alle sue ferite, al dolore della sua vita: infatti, "colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo all'assemblea canterò le tue lodi... Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch'egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che dalla morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita" (cfr. Eb. 2, 11-14). Tommaso, mosso dalla carne, dal bisogno di toccare e vedere, era andato a cercare il suo gemello, l'unica parte di sé che poteva dare compimento e completezza alla sua ita, ma lo era andato a cercare lontano dalla verità, dallo stesso corpo di Cristo che è la comunione,la comunità dei suoi fratelli. Forse voleva un apporo diverso ed esclusivo, forse vleva seguire il suo istinto, gli schemi mondani, forse, semplicemente, era andato alla tomba, ancora incredulo. Di certo, come ciascuno di noi, Tommaso era andato a cercare il Signore, l'unico che poteva dare Pace alla sua vita, laddove la carne lo aveva guidato. E, come noi, aveva dimenticato che l'unico luogo dove ricevere la virtù soprannaturale della fede, dove toccare e vedere Cristo risorto, dove sperimentare il suo amore più forte della morte, è la Chiesa, la comunità. 

Ma il Signore ama Tomaso, e ama noi. E ci attende con pazienza, e viene a cercarci ancora. Tommaso torna nella comunità, ascolta l'annuncio, non crede, ma è lì, con i suoi fratelli. E tanto basta, e questo è tutto. Perchè esù torna dai suoi, e si fa presene, come il giorno di Pasqua, in questo giorno che,per il suo apparire, diviene un unico giorno, il grande giorno della vittoria sul peccato e la morte! Si, quest'oggi, domenica in albis, la Chiesa lo vive come il giorno di Pasqua, stesse antifone, stesso prefazio, ed è il segno dell'amore di Cristo che, risorto, dilata il tempo sino a che esso raggiunga anche ommaso, raggiunga ogni uomo. E così ogni domenica è Pasqua, perchè la resurezione, il perdono, la vittoria di Cristo attiri e assorba anche gli uomini più lontani, i tanti gemelli di Gesù dispersi a cercare quella parte di sé che manca perchè essi siano felici. E oggi i segni che Gesù stesso ha mostrato agli altri apostoli una settimana prima, i sacramenti della sua risurrezione, sono ora davanti a Tommaso. Ma, soli, non bastano. E' necessario, come lo è stato per i suoi fratelli, ricevere lo Spirito Santo, la Rivelazione del Padre che ha fatto beato Pietro, quel supplemento d'anima che libera lo sguardo oltre le ferite nella carne e induce ad oltrepassare le porte della sola ragione, della propria carne esigente di prove e conferme.
E' l'amore di Dio, l'amore di Cristo sigillato dallo Spirito Santo, lo stesso che ha fatto conoscere a San Paolo Cristo non più secondo la carne, e lo ha colmato della speranza che non delude.

E' lo Spirito Santo che, nel cammino della storia, condurrà san Tommaso, e ciascuno di noi, a riconoscere il nostro Signore e il nostro Dio, nelle nostre stesse piaghe, nelle ferite della nostra vita. La Croce gloriosa, la vita oltre la morte.

E' questo il senso più profondo del Vangelo di oggi, della stessa figura di Tommaso, un gemello nel cui cuore risuona sempre l'eco della presenza del proprio fratello. Gemello di Cristo, come ciascuno di noi. Per questo le sue ferite sono le nostre, e la fede non si ferma ad un evento registrato dai sensi, ma va al di là, alla presenza misteriosa eppure concreta e reale, della sua vittoria, della sua vita dentro la nostra vita. Nella Chiesa, nella comunità appare allora la fede: in essa si possono toccare le ferite di Cristo, le proprie ferite, e vederle trasfigurate, gloriose della gloria risorta. Toccare il dolore salvato, le piaghe gloriose della propria storia perchè,invece di generare i peccati che colmino il vuoto e leniscano il dolore, i peccati generati dalla paura della morte, esse divengano la fonte di una vita nuova, donata a Cristo e ai fratelli. Nella Chiesa si impara dunque la fede adulta, che ama, che spra, che vive nella verità, che obbedisce, che non resiste al male, che si apre alla vita, che vive le relazioni nella castità e nel rispetto, libera dagli idoli di questo mondo. "Mio SIgnore e mio Dio", è la fede che vede l'amore di Dio in ogni piaga, e può abbandonarsi ad esso con fiducia, insieme con i propri frateli, gemelli di Cristo.

Credente, ovvero in cammino nella notte oscura dei santi, senza consolazioni, senza prove carnali, con la sola certezza sigillata istante dopo istante, quella della fede, di un amore che mai ci abbandona, mai.







Seconda Domenica di Pasqua. Sotto lo sguardo della Divina Misericordia
Domenica della Divina Misericordia. Diario di suor Faustina Kowalska e altro materiale on-line



CONCORDANZE

Concordanze di Gv. 20, 19-31


CATECHISMO

Catechismo della Chiesa Cattolica sulla Resurrezione di Cristo



COMMENTI




RATZINGER - BENEDETTO XVI. San Tommaso
TOMMASO FEDERICI COMMENTO AL VANGELO DELLA II DOMENICA DI PASQUA ANNO A
S. Fausti. Commento esegetico al Vangelo della II domenica di Pasqua, Anno A
RATZINGER - BENEDETTO XVI. Domenica in Albis: Gesù è un Dio ferito dall’amore verso di noi

RATZINGER - BENEDETTO XVI. Domenica in Albis: la pace del Cielo

Il Papa al Regina Caeli: Cristo risorto ci dona la pace, frutto del suo amore
Omelie di Giovanni Paolo II, nelle Domeniche in Albis

Ravasi. Tommaso: l'incredulo che diventò credente
Madre Teresa di Calcutta. EDUCARCI ALLA FEDE
Card. Caffarra. Omelia su San Tommaso
Carlo Maria Martini, Partenza da Emmaus
Ignace de la Potterie. “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto hanno creduto”


ESEGESI E SCRUTATIO DEL VANGELO



S. Fausti. Commento esegetico al Vangelo della II domenica di Pasqua, Anno A
IGNACE DE LA POTTERIE Gesù e Tommaso
Ignace de la Potterie. Gesù disse a Tommaso: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto hanno creduto”.
Vangelo della II domenica di Pasqua anno A. Piste esegetiche 
LE APPARIZIONI «UFFICIALI» DEL RISORTO AL GRUPPO APOSTOLICO (GV 20,19-31)



COMMENTI PATRISTICI

Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo
Dai Discorsi di san Pietro Crisologo
Basilio di Seleucia. Sii credente, e sii mio apostolo
Dal trattato "Sulla Trinità" di sant'Ilario di Poitiers
Da "La vita in Cristo" di Nicola Cabàsilas
II Domenica di Pasqua (o in Albis). Dai «Discorsi» di sant'Agostino



ARTE E LITURGIA
La risurrezione secondo Caravaggio

Leggere un quadro stupendo: l' INCREDULITA' DI TOMMASO DI CARAVAGGIO
Stupende immagini del dubbio di San Tommaso nell'arte



DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA



Seconda Domenica di Pasqua. Sotto lo sguardo della Divina Misericordia
Domenica della Divina Misericordia. Diario di suor Faustina Kowalska e altro materiale on-line





TEOLOGIA

J. Galot. Il sepolcro vuoto: Da piccoli indizi, lo stupore della fede
Catechesi di Giovanni Paolo II sulla Resurrezione
J. Ratzinger. La fede nella Risurrezione

Paul O’Callaghan. Resurrezione. Teologia




MISTERO PASQUALE

Giovanni Paolo II:L’amore misericordioso di Dio si rivela pienamente e definitivamente nel Mistero pasquale.
Paolo VI. Il Mistero Pasquale
H. U. Von Balthasar. Mysterium Paschale. La Consegna
J. Ratzinger. La fede nella Risurrezione
J Jeremias La Pasqua
Mons. Caffarra. Testi sulla Pasqua
La pasqua dei primi secoli
Sant''Agostino. "Fides christianorum resurrectio Christi est"
Catechesi di Giovanni Paolo II sulla Resurrezione
Meditazione di Don Divo Barsotti sulla Pasqua
Ignace DE LA POTTERIE. Testi sulla Risurrezione di Gesù in Giovanni
La Pasqua dell''ebreo Gesù
I giorni della Pasqua

J Jeremias La Pasqua
Ratzinger - Benedetto XVI. Meditazione sulla La Pasqua
Tutti i passi della storia varcano il sepolcro vuoto
Meditazione di Don Divo Barsotti sulla Pasqua
Mons. Caffarra. Testi sulla Pasqua
J. Galot. Il sepolcro vuoto: Da piccoli indizi, lo stupore della fede
LA TOMBA VUOTA E LA SINDONE DI TORINO
Presenza di Maria nel mistero pasquale
tomba vuota e panni sepolcrali
Padre Raniero Cantalamessa. La storicità della risurrezione di Cristo
Sant''Agostino. "Fides christianorum resurrectio Christi est"
Marc Chagall. Il mistero della Pasqua

A. Socci. Ipotesi su Gesù e la sua resurrezione.
Don Giussani: Cristo contro il nulla
Paul O’Callaghan. Resurrezione. Teologia
LE APPARIZIONI «UFFICIALI» DEL RISORTO AL GRUPPO APOSTOLICO (GV 20,19-31)









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