Domenica in Albis



Noi li conosciamo, sono tanti, e sono molto preziosi, perché questo voler toccare, voler vedere, tutto questo dice la serietà con cui si tratta la realtà, la conoscenza della realtà. E questi sono pronti, se un giorno Gesù viene e si presenta loro, se mostra le sue ferite, le sue mani, il suo costato, allora sono pronti a dire: Mio Signore e mio Dio!

Giovanni Paolo II, 24 marzo del ’94



Gv 20,19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.


IL COMMENTO

Una fede sperimentabile nella carne ma che va oltre la carne. Come quella imparata da San Paolo. E' questa la parola del vangelo di oggi. Gesù oltrepassa la porta sprangata delle paure e dei dubbi, il velo ostinato che copre occhi e mente e cuore ed impedisce di riconoscere, oltre le apparenze, nelle pieghe della carne e della storia, la sua presenza certa e amorevole.

Dio è. Dio è oltre la morte, oltre il peccato, oltre la contingenza che ci atterrisce. Occorre un supplemento d'anima, uno sguardo diverso, una testimonianza piantata nel cuore. Occorre una rivelazione celeste, il soffio dello Spirito Santo a sigillare nel cuore ciò che appartiene ad una dimensione che va oltre la semplice umanità. Ecco quel che è mancato a Tommaso, ciò di cui, la sua povera carne piena di esigenza, aveva bisogno. Come noi oggi. La fede.

Ma la fede si impara. Per questo Gesù non rimprovera Tommaso, ma lo invita a porsi in cammino, a diventare un "credente", ad imparare la fede, autentica, su cui radicare la propria vita.

I segni che Gesù ha mostrato agli altri apostoli una settimana prima, i sacramenti della sua risurrezione, sono ora davanti a Tommaso. Ma, soli, non bastano. E' necessario, come lo è stato per i suoi fratelli, ricevere lo Spirito Santo, la Rivelazione del Padre che ha fatto beato Pietro, quel supplemento d'anima che libera lo sguardo oltre le ferite nella carne e induce ad oltrepassare le porte della sola ragione, spesso esigente di prove e conferme.

E' l'amore di Dio, l'amore di Cristo sigillato dallo Spirito Santo, lo stesso che ha fatto conoscere a San Paolo Cristo non più secondo la carne, e lo ha colmato della speranza che non delude. E' lo Spirito Santo che, nel cammino della storia, condurrà san Tommaso, e ciascuno di noi, a riconoscere il nostro Signore e il nostro Dio, nelle nostre stesse piaghe, nelle ferite della nostra vita. La Croce gloriosa, la vita oltre la morte.

E' questo il senso più profondo del Vangelo di oggi, della stessa figura di Tommaso, un gemello nel cui cuore risuona sempre l'eco della presenza del proprio fratello. Il suo nome infatti deriva dalla radice ebraica ta'am, che significa "appaiato, gemello": Tommaso appare come il gemello di Gesù, immagine di una relazione particolare, intima, esclusiva, quella di ogni uomo "creato in Cristo per camminare nelle opere buone che Dio ha predisposto per lui" (cfr. Ef. 2,10). Secondo la scienza quella tra gemelli è una comunicazione stretta, totale, che inizia a livello fetale, con reciproche sollecitazioni e risposte che proseguiranno per tutta la vita. Tommaso era legato a Gesù da un unico destino, un'affinità ed un sentire comune che solo i gemelli possono sperimentare. La scomparsa di Gesù per lui era stata devastante, una parte di sé era scesa nel sepolcro con il suo Gemello. In questa prospettiva si comprende l'esigenza carnale di Tommaso, quella condizione posta per poter credere. Doveva toccare le ferite, non solo per incredulità, ma anche e soprattutto per affinità, doveva avere la certezza che colui che gli altri apostoli avevano visto fosse proprio il suo Gemello. Tommaso non aveva altra via che toccare la prova inequivocabile dell'identità di Gesù, le ferite del suo amore. I due infatti erano gemelli in quell'amore infinito, unico, irripetibile, inconfondibile. In quelle ferite erano l'uno immagine dell'altro, il dolore dell'uno era stato il dolore dell'altro; Tommaso non poteva riposare, era alla ricerca del suo Gemello, la notizia che no fosse più nella tomba lo aveva sconvolto. Il rapporto unico che li legava gli faceva risuonare dentro il mistero di quanto accaduto, ma aveva la necessità di riannodare la sua esistenza a quella del suo Gemello. Quella condizione posta sulla soglia della fede costituiva il grido estremo dell'amore che, attraverso la carne, giungeva al cuore; Tommaso non aveva paura di essere attratto nel mistero della Vita nuova che aveva coinvolto Gesù, voleva solo riunirsi a quella carne nella quale era stato creato, riunire quello che la morte aveva separato.

Tommaso è una Parola meravigliosa per tutti noi; il suo cammino approda alla più bella professione di fede, Mio Signore e mio Dio! Riconoscendo il suo Gemello Tommaso apre gli occhi sulla identità divina di Gesù; in essa scoprirà anche la sua propria identità, gemello di Dio, figlio nel Figlio! La carne ha spalancato a Tommaso la via del Cielo; per questo Gesù gli dice: “E non diventare incredulo, ma diventa credente”.

"Quando Gesù sottopone le sue ferite alla “prova empirica” richiesta da Tommaso, accompagna questa offerta con un’esortazione: “E non diventare incredulo, ma diventa (γίνου) credente”. Significa che Tommaso non è ancora né l’uno né l’altro. Non è ancora incredulo, ma non è nemmeno ancora un credente. La versione CEI, come molte altre, traduce invece: “E non essere incredulo, ma credente”. Ora, nel testo originale, il verbo “diventare” suggerisce l’idea di dinamismo, di un cambiamento provocato dall’incontro col Signore vivo. Senza l’incontro con una realtà vivente non si può cominciare a credere. Solo dopo che ha visto Gesù vivo Tommaso può cominciare a diventare “credente”. Invece la versione inesatta, che va per la maggiore, sostituendo il verbo essere al verbo diventare, elimina la percezione di tale movimento, e sembra quasi sottintendere che la fede consiste in una decisione da prendere a priori, un moto originario dello spirito umano. E’ un totale rovesciamento. Tommaso, anche lui, vede Gesù e allora, sulla base di questa esperienza, è invitato a rompere gli indugi e a diventare credente. Se al diventare si sostituisce l’essere, sembra quasi che a Tommaso sia richiesta una fede preliminare, che sola gli permetterebbe di “vedere” Gesù e accostarsi alle sue piaghe. Come vuole l’idealismo per cui è la fede a creare la realtà da credere" (Ignace de La Potterie).

I segni delle ferite sono quelli offerti da Gesù anche ai discepoli una settimana prima; senza il segno del suo amore non si può credere, sarebbe un salto nel vuoto che non ha nulla a che vedere con la fede cristiana. La Chiesa esiste proprio per essere segno e sacramento universale di salvezza. Tommaso, nell'impulso tutto carnale del gemello cui è stato sottratto il fratello, che ha sperimentato l'amputazione di una parte fondamentale di se stesso, ha esigito di vedere e toccare quei segni che la memoria del cuore teneva vivi come unica prova per credere. La beatitudine che annuncia Gesù si riferisce a coloro i quali credono pur non avendo la possibilità di vedere il Cristo storico della carne, dai segni del suo amore disseminati nella storia, annunciati e mostrati dalla Chiesa.

Tommaso era legato alla carne, la sua relazione con Gesù era ancora al di qua della soglia della vita immortale, era esclusiva, e per questo incapace di vivere la comunione di fede della comunità. Come gli altri apostoli doveva ricevere il dono celeste dello Spirito Santo che lo introdicesse in quella dinamica nuova della comunione, della fede ecclesiale che unisce indissolubilmente tutti i gemelli celesti del Signore risorto. é' la grande notizia di una fede più grande dei nostri peccati, dei limiti affettivi e razionali della carne: "non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa". Tommaso, amato e attirato nelle pieghe del suo gemello, ha visto e toccato in esse le sue stesse piaghe luminose, gloriose, trasfigurate. In Gesù riorto ha visto la sua vita risuscitata, e ha potuto entrare nella comunione della Chiesa, la sua ricerca aveva incontrato il suo gemello.

Ora aveva intrapreso il cammino del credente, quello nella notte oscura dei santi, senza consolazioni, senza prove carnali, con la sola certezza sigillata istante dopo istante, quella della fede, di un amore che mai ci abbandona, mai.



Seconda Domenica di Pasqua. Sotto lo sguardo della Divina Misericordia
Domenica della Divina Misericordia. Diario di suor Faustina Kowalska e altro materiale on-line


CONCORDANZE

Concordanze di Gv. 20, 19-31


CATECHISMO

Catechismo della Chiesa Cattolica sulla Resurrezione di Cristo



COMMENTI



RATZINGER - BENEDETTO XVI. San Tommaso
TOMMASO FEDERICI COMMENTO AL VANGELO DELLA II DOMENICA DI PASQUA ANNO C
S. Fausti. Commento esegetico al Vangelo della II domenica di Pasqua, Anno C
RATZINGER - BENEDETTO XVI. Domenica in Albis: Gesù è un Dio ferito dall’amore verso di noi

RATZINGER - BENEDETTO XVI. Domenica in Albis: la pace del Cielo

Il Papa al Regina Caeli: Cristo risorto ci dona la pace, frutto del suo amore
Omelie di Giovanni Paolo II, nelle Domeniche in Albis

Ravasi. Tommaso: l'incredulo che diventò credente
Madre Teresa di Calcutta. EDUCARCI ALLA FEDE
Card. Caffarra. Omelia su San Tommaso
Carlo Maria Martini, Partenza da Emmaus
Ignace de la Potterie. “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto hanno creduto”



ESEGESI E SCRUTATIO DEL VANGELO


S. Fausti. Commento esegetico al Vangelo della II domenica di Pasqua, Anno C
IGNACE DE LA POTTERIE Gesù e Tommaso
Ignace de la Potterie. Gesù disse a Tommaso: “Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto hanno creduto”.
Vangelo della II domenica di Pasqua anno A. Piste esegetiche
LE APPARIZIONI «UFFICIALI» DEL RISORTO AL GRUPPO APOSTOLICO (GV 20,19-31)



COMMENTI PATRISTICI

Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo
Dai Discorsi di san Pietro Crisologo
Basilio di Seleucia. Sii credente, e sii mio apostolo
Dal trattato "Sulla Trinità" di sant'Ilario di Poitiers
Da "La vita in Cristo" di Nicola Cabàsilas
II Domenica di Pasqua (o in Albis). Dai «Discorsi» di sant'Agostino




ARTE E LITURGIA

La risurrezione secondo Caravaggio
Leggere un quadro stupendo: l' INCREDULITA' DI TOMMASO DI CARAVAGGIO
Stupende immagini del dubbio di San Tommaso nell'arte



DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA


Seconda Domenica di Pasqua. Sotto lo sguardo della Divina Misericordia
Domenica della Divina Misericordia. Diario di suor Faustina Kowalska e altro materiale on-line



TEOLOGIA

J. Galot. Il sepolcro vuoto: Da piccoli indizi, lo stupore della fede
Catechesi di Giovanni Paolo II sulla Resurrezione
J. Ratzinger. La fede nella Risurrezione

Paul O’Callaghan. Resurrezione. Teologia



MISTERO PASQUALE


Giovanni Paolo II:L’amore misericordioso di Dio si rivela pienamente e definitivamente nel Mistero pasquale.

Paolo VI. Il Mistero Pasquale
H. U. Von Balthasar. Mysterium Paschale. La Consegna
J. Ratzinger. La fede nella Risurrezione
J Jeremias La Pasqua
Mons. Caffarra. Testi sulla Pasqua
La pasqua dei primi secoli
Sant''Agostino. "Fides christianorum resurrectio Christi est"
Catechesi di Giovanni Paolo II sulla Resurrezione
Meditazione di Don Divo Barsotti sulla Pasqua
Ignace DE LA POTTERIE. Testi sulla Risurrezione di Gesù in Giovanni
La Pasqua dell''ebreo Gesù
I giorni della Pasqua
J Jeremias La Pasqua
Ratzinger - Benedetto XVI. Meditazione sulla La Pasqua
Tutti i passi della storia varcano il sepolcro vuoto
Meditazione di Don Divo Barsotti sulla Pasqua
Mons. Caffarra. Testi sulla Pasqua
J. Galot. Il sepolcro vuoto: Da piccoli indizi, lo stupore della fede
LA TOMBA VUOTA E LA SINDONE DI TORINO
Presenza di Maria nel mistero pasquale
tomba vuota e panni sepolcrali
Padre Raniero Cantalamessa. La storicità della risurrezione di Cristo
Sant''Agostino. "Fides christianorum resurrectio Christi est"
Marc Chagall. Il mistero della Pasqua
A. Socci. Ipotesi su Gesù e la sua resurrezione.
Don Giussani: Cristo contro il nulla
Paul O’Callaghan. Resurrezione. Teologia
LE APPARIZIONI «UFFICIALI» DEL RISORTO AL GRUPPO APOSTOLICO (GV 20,19-31)


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