Giovanni Paolo II, Omelia nella V domenica di quaresima anno C

VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA ROMANA
DI NOSTRA SIGNORA DEL SUFFRAGIO
E SANT’AGOSTINO DI CANTERBURY

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 1° aprile 2001

1. "Grandi cose ha fatto il Signore per noi" (cfr Sal 125 [126], 3). Queste parole, che abbiamo ripetuto come ritornello al Salmo responsoriale, costituiscono una bella sintesi dei temi biblici proposti dall'odierna quinta Domenica di Quaresima. Già nella prima Lettura, tratta dal cosiddetto "Secondo Isaia", l'anonimo Profeta dell'esilio babilonese annuncia la salvezza da Dio preparata per il suo popolo. L'uscita da Babilonia e il ritorno in patria saranno come un nuovo e più grande Esodo.

Allora Dio aveva liberato gli ebrei dalla schiavitù d'Egitto, superando l'ostacolo del mare; ora Egli riporta il suo popolo nella terra promessa, tracciando nel deserto una strada sicura. "Ecco faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa" (Is 43,18-19).

«Una cosa nuova»: noi cristiani sappiamo che, quando nell'Antico Testamento si parla di «realtà nuove», il riferimento ultimo è alla vera grande «novità» della storia: Cristo, venuto nel mondo a liberare l'umanità dalla schiavitù del peccato, del male e della morte.

2. "Donna... nessuno ti ha condannato? ... neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più" (Gv 8,10-11). Gesù è novità di vita per chi gli apre il cuore e, riconoscendo il proprio peccato, accoglie la sua misericordia che salva. Nell'odierna pagina evangelica, il Signore offre questo suo dono d'amore all'adultera, perdonata e ricondotta alla sua piena dignità umana e spirituale. Lo offre anche ai suoi accusatori, ma il loro spirito resta chiuso e impermeabile.

C'è qui un invito a meditare sul paradossale rifiuto del suo amore misericordioso. E' come se già iniziasse il processo contro Gesù, che rivivremo tra pochi giorni negli eventi della Passione: esso sfocerà nella sua ingiusta condanna a morte sulla croce. Da una parte, l'amore redentore di Cristo, gratuitamente offerto a tutti; dall'altra, la chiusura di chi, mosso dall'invidia, cerca una ragione per ucciderlo. Accusato addirittura di porsi contro la Legge, Gesù è «messo alla prova»: se assolve la donna sorpresa in flagrante adulterio, si dirà che ha trasgredito i precetti di Mosè; se la condanna, si dirà che è stato incoerente col messaggio di misericordia verso i peccatori.

Ma Gesù non cade nel tranello. Col suo silenzio, invita ciascuno a riflettere su se stesso. Da una parte, invita la donna a riconoscere la colpa commessa; dall'altra, invita i suoi accusatori a non sottrarsi all'esame di coscienza: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei" (Gv 8,7).

Grave è certo la situazione della donna. Ma proprio da questo scaturisce il messaggio: qualunque sia la condizione in cui uno può venirsi a trovare, gli è sempre possibile aprirsi alla conversione e ricevere il perdono dei peccati. "Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più" (Gv 8,10-11). Sul Calvario, con il sacrificio supremo della vita, il Messia suggellerà per ogni uomo e ogni donna il dono infinito del perdono e della misericordia di Dio.

3. Carissimi Fratelli e Sorelle! Sono lieto di essere oggi qui con voi, in questa vostra Parrocchia di recente fondazione. Sorta dalla fusione delle Parrocchie di "Nostra Signora del Suffragio" e di "Sant'Agostino di Canterbury", essa è stata consacrata un anno fa dal Cardinale Vicario, che saluto con affetto. Saluto insieme a lui Mons. Vicegerente, il vostro caro Parroco, Don Giulio Ramiccia, e i sacerdoti collaboratori. Un grazie cordiale esprimo a quanti mi hanno dato il benvenuto a nome vostro, all'inizio della Santa Messa.

Un pensiero riconoscente va alle Religiose che vivono e operano in questo territorio: le Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio, le Suore Figlie del Sacro Cuore, le Suore della Congregazione della Madre del Carmelo, le Suore Ospedaliere della Misericordia e la Comunità Adsis. Abbraccio con affetto quanti sono ospitati nei luoghi di cura presenti nell'ambito parrocchiale e chi è al loro quotidiano servizio. Saluto i membri del Consiglio Pastorale e di quello per gli Affari Economici, come pure i componenti dei vari gruppi e associazioni della vostra comunità. Saluto voi, bambini, ragazzi, ragazze e tutti i presenti, estendendo il mio ricordo agli abitanti dell'intero quartiere di Torre Maura.

4. Vengo tra voi nella Domenica che la nostra Diocesi dedica in modo particolare alla testimonianza della carità. Anche nella vostra Parrocchia, come in altre zone periferiche della Città, non mancano situazioni di disagio: dal fenomeno della tossicodipendenza all'usura, dalla prostituzione al disagio giovanile, dalla disoccupazione alla non sempre facile integrazione degli immigrati.

Su questi fronti la vostra comunità è assai attiva e cerca di dare risposte concrete a chi vive in gravi difficoltà. Intensificate, carissimi, in questo tempo di Quaresima, l'attenzione per chi è nel bisogno. Insieme al digiuno e alla preghiera, la carità è uno degli elementi caratteristici dell'itinerario quaresimale. Diffondete, pertanto, sempre più il bene e fate dell'attenzione per gli «ultimi» uno dei cardini della vostra azione pastorale.

Con ogni mezzo aiutate, poi, gli abitanti della vostra zona a scoprire che Cristo e il suo Vangelo rispondono ai reali bisogni dell'uomo e della famiglia. Da questo spirito sia animata l'iniziativa delle visite alle famiglie, cominciata in occasione della Missione cittadina e che ora state opportunamente proseguendo.

Penso adesso con speciale affetto a voi, cari giovani, che siete stati protagonisti della passata Giornata Mondiale della Gioventù, nel cuore del Grande Giubileo. So che avete accolto, nell'ambito della parrocchia, circa 1500 giovani provenienti da varie parti del mondo. Mi congratulo con voi per quanto avete compiuto con spirito di abnegazione, dando anche agli adulti una testimonianza di buona volontà. Continuate a incidere nella comunità con la vostra fedeltà evangelica, perché molti vostri coetanei, grazie a voi, possano incontrare Gesù. Vi aspetto giovedì prossimo, insieme a tutti i giovani di Roma, in Piazza San Pietro, per prepararci a celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù che, come voi sapete, sarà domenica prossima, Domenica delle Palme.

5. "Tutto io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore" (Fil 3,8). Conoscere Cristo! In questo ultimo tratto dell'itinerario quaresimale siamo ancor più stimolati dalla liturgia ad approfondire la nostra conoscenza di Gesù, a contemplare il suo volto dolente e misericordioso, preparandoci a sperimentare il fulgore della sua risurrezione. Non possiamo restare in superficie. E' necessario fare esperienza personale e profonda della ricchezza dell'amore di Cristo. Solo così, come afferma l'Apostolo, arriveremo a "conoscere Lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conformi nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti" (Fil 3,10).

Come Paolo, ogni cristiano è in cammino; la Chiesa è in cammino. Non fermiamoci, Fratelli e Sorelle, né rallentiamo il passo. Al contrario, protendiamoci con tutte le forze verso la meta a cui Dio ci chiama. Corriamo verso la Pasqua ormai vicina. Ci guidi e ci accompagni, con la sua protezione, Maria, la Vergine del Cammino. Sia Lei, la Madonna che qui venerate come "Nostra Signora del Suffragio", a intercedere per noi, ora e nell'ora del nostro incontro supremo con Cristo. Amen!

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