Beato Guerrico d’Igny. Riconoscere Cristo nella sua umiltà e scendere dietro di lui

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Omelia 4 sull’Epifania ; SC 166, 299

Riconoscere Cristo nella sua umiltà e scendere dietro di lui

“In me si abbatte l’anima mia”, o Dio, al ricordo dei miei peccati, “perciò di te mi ricordo dal paese del Giordano” (Sal 41,7) – ricordandomi cioè come hai purificato Naaman il lebbroso nella sua umile discesa... “Scese e si lavò nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio, ed egli fu guarito” (2 Re 5,14). Anche tu scendi, anima mia, scendi dal carro della superbia nelle acque salutari del Giordano che, dalla sorgente della casa di Davide, sgorga ora sul mondo intero, “per lavare il peccato e l’impurità” (Zac 13,1). Certamente questa sorgente è l’umiltà della penitenza, che sgorga allo stesso tempo grazie a un dono di Cristo e grazie al suo esempio, e, predicata ormai su tutta la terra, lava i peccati del mondo intero... Il nostro Giordano è un fiume puro; sarà dunque impossibile ai superbi accusarti, se ti immergerai totalmente in esso, se ti seppellirai, per così dire, nell’umiltà di Cristo.

Senza nulla togliere all’unico battesimo, una tale umiltà battezza nuovamente; non reitera infatti la morte di Cristo, ma compie la mortificazione e la sepoltura del peccato, e ciò che è stato celebrato nel sacramento del battesimo trova in questa nuova forma il suo pieno compimento. Sì, una tale umiltà apre i cieli, e rende lo Spirito di adorazione; il Padre riconosce suo figlio, ricreato nell’innocenza e nella purezza di un bambino rigenerato. Per questo la Scrittura menziona a ragione che la carne di Naaman ridivenne come la carne di un giovinetto... Noi che abbiamo perso la grazia del nostro battesimo... ecco che abbiamo scoperto il vero Giordano, cioè la discesa dell’umiltà... Spetta a noi non temere di scendere più profondamente ogni giorno... con Cristo.

“In me si abbatte l’anima mia”, o Dio, al ricordo dei miei peccati, “perciò di te mi ricordo dal paese del Giordano” (Sal 41,7) – ricordandomi cioè come hai purificato Naaman il lebbroso nella sua umile discesa... “Scese e si lavò nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio, ed egli fu guarito” (2 Re 5,14). Anche tu scendi, anima mia, scendi dal carro della superbia nelle acque salutari del Giordano che, dalla sorgente della casa di Davide, sgorga ora sul mondo intero, “per lavare il peccato e l’impurità” (Zac 13,1). Certamente questa sorgente è l’umiltà della penitenza, che sgorga allo stesso tempo grazie a un dono di Cristo e grazie al suo esempio, e, predicata ormai su tutta la terra, lava i peccati del mondo intero... Il nostro Giordano è un fiume puro; sarà dunque impossibile ai superbi accusarti, se ti immergerai totalmente in esso, se ti seppellirai, per così dire, nell’umiltà di Cristo.Senza nulla togliere all’unico battesimo, una tale umiltà battezza nuovamente; non reitera infatti la morte di Cristo, ma compie la mortificazione e la sepoltura del peccato, e ciò che è stato celebrato nel sacramento del battesimo trova in questa nuova forma il suo pieno compimento. Sì, una tale umiltà apre i cieli, e rende lo Spirito di adorazione; il Padre riconosce suo figlio, ricreato nell’innocenza e nella purezza di un bambino rigenerato. Per questo la Scrittura menziona a ragione che la carne di Naaman ridivenne come la carne di un giovinetto... Noi che abbiamo perso la grazia del nostro battesimo... ecco che abbiamo scoperto il vero Giordano, cioè la discesa dell’umiltà... Spetta a noi non temere di scendere più profondamente ogni giorno... con Cristo.

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